Nel primo articolo in cui vi parlavo di Instagram, facevo riferimento alla qualità dell’immagine per ottenere una galleria di qualità e un buon numero di seguaci. Per aumentare la qualità di una immagine si deve per forza curarne l’editing, entrare quindi in confidenza con quei tool che anche lo stesso Instagram ci propone.
Quando carichiamo una foto su Instagram o scattiamo una foto con la stessa applicazione, accanto alla scritta “Filtri” ci appare la scritta “Modifica”: al suo interno sono presenti 13 tools. Una rapida ricerca su Google o un semplice scambio di opinioni ed impressioni vi farà capire che sono molto pochi coloro che usano i tool di Instagram per il ritocco fotografico, anche per le modifiche più semplici molti si rivolgono a seconde applicazioni, ma i principi base del funzionamento di questi tool sono i medesimi: anche su Lightroom la “teoria” non cambia, quello che cambia è la prestazione e la maggior versatilità di questi strumenti.
Piccola premessa prima di analizzare nel dettaglio i singoli controlli: quando si parla di fotografia conviene sempre scattare le nostre foto nel miglior formato che il nostro strumento ci mette a disposizione. Anche molti telefoni ormai permettono di scattare in RAW (i dati “crudi” della foto, quelli raccolti dal sensore al momento dello scatto e solo marginalmente manipolati all’interno della fotocamera). In alternativa, se non abbiamo altra scelta che il formato JPEG (un formato compresso ottenuto attraverso la manipolazione di alcuni parametri della foto – contrasto saturazione, sharpening, definizione – che la macchina fotografica mette in atto automaticamente), ricordatevi di scegliere il formato con la massima qualità disponibile, perché ogni volta che salviamo l’immagine, dopo averlo manipolata, il file degrada progressivamente, per via della compressione. Fate le cose con metodo e senza mai esagerare per non, dopo tre o quattro passaggi, avere una foto fortemente deteriorata, e lavorate sempre sulla copia del file originale che resta in archivio alla massima qualità.
Regola
La prima modifica che ci suggerisce l’applicazione è in realtà una modifica su tre livelli: prospettiva verticale, angolo, prospettiva orizzontale. Questi tre parametri sono regolamentati dalla prospettiva, ovvero la variazione della scala alla quale gli oggetti posti a diverse distanze dal punto dell’osservatore sono rappresentati nell’immagine (in parole povere gli oggetti che sono lontani sembrano più piccoli delle loro dimensioni reali), in dipendenza dal nostro punto di osservazione e dalla lunghezza focale dell’obbiettivo usato. Tutto questo discorso tecnico solo per dirvi che spesso le foto di edifici e architetture risultano avere una prospettiva non naturale: la nostra visione bioculare corregge immediatamente la prospettiva verticale, ma questo non succede in una foto e per questo gli edifici sembrano “cadere in avanti”. Potremmo dilungarci su astrazioni fisico-matematiche, metterci con carta e penna a disegnare le linee di fuga, allungare infinitamente la lista dei desideri di Amazon con macchine fotografiche e obbiettivi nati appositamente per queste esigenze, ma noi siamo Instagramers, facciamo le foto con il telefono e vogliamo un editing semplice ed efficace.
La distorsione delle immagini è molto accentuata quando si tratta di scattare foto con il telefono, ma tutti sappiamo quanto è bello (e quanto piacciono) quelle foto geometriche di edifici, colonnati, archi. Il primo trucco sta alla base della fotografia: “cambiare posizione”, non solo avvicinarsi o allontanarsi dal soggetto ma anche muoversi in verticale, scattando dal basso o dall’alto. In post produzione dobbiamo prendere confidenza con le prospettive:
- la prospettiva orizzontale corregge le linee orizzontali, opzione utile quando il punto di scatto non è allineato rispetto al centro del soggetto;
- la prospettiva verticale controlla la convergenza della linee verticali ed è sicuramente lo strumento a cui mettiamo mano con più decisione (è quello che non fa più cadere i palazzi in avanti per intenderci!);
- il controllo angolo, come suggerisce il nome, controlla la rotazione dell’immagine e va usato quando l’orizzonte non è perfettamente dritto, cosa che succede spesso quando le foto sono scattate a mano libera e vi correggerà quel fastidioso effetto “mare che si svuota”.
I tre controlli vanno usati insieme al tool della griglia (nei dispositivi iOs compare in alto a sinistra, nei dispositivi Android si attiva cliccando sull’immagine): cliccandoci su possiamo vedere che questo presenta tre livelli di dimensioni dei quadrati: 2cmx2xm, 1cmx1cm, 0,5cmx0,5cm che vi aiuteranno ad avere un allineamento delle rette più curato, non dimentichiamo che abbiamo la possibilità di ingrandire o rimpicciolire l’immagine (basta usare due dita sullo schermo, aumentando o diminuendo la forbice).
Non serve nemmeno dire che dovete farci l’occhio: non è semplicissimo inizialmente prendere confidenza con la prospettiva, vi consiglio quindi di iniziare da geometrie semplici, pulite e non ricche di mille dettagli, prendere una foto e iniziare ad andare a destra e sinistra con la barra orizzontale per trovare quella milllimetrica perfezione degli edifici perfettamente dritti di cui non potrete fare più a meno.
Altra cosa da tenere in considerazione è che queste modifiche “mangiano” letteralmente la qualità di una immagine: state di fatto prendendo una foto e tirandola sopra, sotto, a destra e a sinistra, quindi agite in conseguenza della qualità del file originale per non avere una foto totalmente sgranata.
Abbiamo appena iniziato ad analizzare i tool, ma già mi fermo per non annoiarvi e darvi la possibilità di analizzare, ma soprattutto di provare questi strumenti, che porteranno un sensibile miglioramento alle vostre foto. Non perdetevi d’animo se inizialmente troverete difficoltà e non esitate a chiedere a chi vi sta intorno “ti sembra dritta? e così? così?”…