La Giordania è stata una scoperta unica. Per me non è stato semplicemente un viaggio, è stata un’esperienza di vita. La Giordania è una terra che cambia, che colpisce, travolge e stravolge. I suoi paesaggi, le persone che la abitano, la sua storia, la sua cultura. È una terra ricca di storia e di luoghi naturali unici al mondo.
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Mar Morto
Uno dei luoghi paesaggistici unico nel suo genere è certamente il Mar Morto. Vi colpirà per i suoi colori accesi. Le acque vicino alla costa, dove si sedimenta il sale rendendole bianche, sono quasi verdi. Poi questo colore diviene sempre più intenso, fino a un blue chiaro ed intenso.
Mar Morto – la salinità caratteristica principale
Con i suoi 400 metri sotto il livello del mare è il punto più basso sulla Terra. Si trova nella grande Rift Valley che si estende dalla Turchia fino all’Africa orientale passando per la Siria, la Giordania e il Mar Rosso. Deve il suo nome alla sua principale caratteristica, ovvero la sua elevata salinità. Salato ben 12 volte più degli altri Oceani – ve lo assicuro ho assaggiato l’acqua è proprio salatissima, bleah! – non permette la vita di alcuna forma di flora e fauna, eccetto per alcuni microrganismi batterici. Gli studiosi ipotizzano la scomparsa di questo specchio d’acqua: alimentato solo dalle acque del fiume Giordano, le alte temperature che raggiunge la zona, con la conseguente evaporazione rapida dell’acqua, porteranno a un continuo abbassarsi delle acque senza possibilità di arrestare il fenomeno.
Mar Morto – i fanghi

Le stesse strutture presentano anche delle SPA specializzate nella cura della pelle. Qui i prodotti del Mar Morto vengono lavorati per poter sfruttare al massimo le caratteristiche uniche. Dopo il trattamento fatto di fango misto a sali e oli, lasciato in posa per mezz’ora, la mia pelle è sensibilmente migliorata. Non parlo solo dei piccoli inestetimi della cellulite, ma l’ho trovata molto più liscia. La mia schiena è spesso afflitta da piccole bolle causate da intolleranze alimentari e lievi forme di allergia, confesso che per le successive due settimane era liscia come la pelle di un bambino!
Mar Morto – luogo ideale dove rilassarsi
Altre condizione favorevole dovuta alla sua posizione geografica è il basso tasso di raggi UV. L’acqua presenta un’alta concentrazione mineraria di magnesio e calcio. Infine l’aria è ricca di bromuro e di ossigeno: questo vi renderà estremamente rilassati. Non si dorme in un nessun altro posto al mondo come si dorme sul Mar Morto.
Ma non vi ho parlato della sua caratteristica più divertente: Il galleggiamento. È risaputo che nuotare qui è come stare su una ciambella, su un materassino. L’alta concentrazione di sale vi farà stare a galla senza fatica, infatti qui non si nuota. Le uniche cose a cui dovete prestare attenzione: dovete stare molto attenti a non permanere troppo a lungo nell’acqua e a sciacquarvi con cura con acqua dolce.
Umm ar-Rasas – Chiesa di Santo Stefano
Come abbiamo già visto la Giordania è tanta storia. Passare un giorno senza visitare un luogo di interesse storico è pressoché impossibile. A soli 30km da Madaba si trova il sito UNESCO di Umm Ar-Rasas. Qui le varie civiltà si sono mescolate. I resti sono di origine romana, bizantina e musulmana. Le rovine sono costituite da un campo fortificato murato. Si possono notare i resti di una torre accanto alle rovine di alcuni edifici. È famoso per la pavimentazione a mosaico della chiesa di Santo Stefano, la più grande pavimentazione in mosaico di tutta la Giordania, rimasta quasi completamente intatta. Il pannello centrale consiste in scene di caccia e di pesca e un altro pannello illustra le città più importanti della regione. Purtroppo gran parte del centro del mosaico è andato distrutto durante il periodo iconoclastico, durante il quale sono state vietate “immagini intagliate” per idolatria.
Sarà stato il grande caldo ed il sole cocente, sarà che non sono una grande appassionata dei siti archeologici fatti di rovine, ma questo sito non mi ha particolarmente colpita. Anzi, sono rimasta molto delusa dallo stato in cui è tenuto adesso il mosaico. Non ci sono coperture a difenderlo dagli escrementi di animali, in particolare uccelli. Non c’è un vero lavoro di manutenzione e di conservazione, sebbene il sito sia tutt’oggi in fase di scavo. La visita è breve, bastano appena 30-40 minuti per visitare i luoghi di interesse principale. Ma sarete i soli visitatori, così come è successo a me, e sebbene non ami i luoghi affollati, vederlo così è rattristante.
Piccola Petra
Se avete in programma un viaggio in Giordania, non potete non visitare Piccola Petra. Serve solo un’accortezza: visitarla prima della ben più famosa Petra per evitare inutili paragoni.
Piccola Petra è in arabo Siq el-Barid (il siq freddo, per la scarsa luce) o Petra Bianca. Si trova a soli 14 km di distanza dalla sorella maggiore, e nei pressi di questa si trova un importante villaggio beduino voluto dal governo del Re Abdullah II. Questo piccolo gioiello, ad ingresso libero, fu scoperto da Johann Ludwig Burckhardt, lo stesso che riportò Petra alla luce, solo nel 1812.
Piccola Petra – la sua funzione
Questa piccola città fu pensata dal fantastico popolo dei Nabatei per ospitare le carovane che giungevano dall’Arabia e dell’Oriente e proseguivano per la Siria o l’Egitto. Pensate che aveva due ingressi: uno a est da cui partiva la via carovaniera dell’Oriente e uno verso ovest da cui partiva la via carovaniera della Siria e dell’Egitto, o del mar Mediterraneo. Dopo la traversata del deserto del Wadi Rum, si fermavano nelle grotte scavate dell’arenaria per riposare. Inizialmente le grotte erano poche e piccole, poi con l’aumentare della sua importanza ne vennero realizzate di più grandi e in numero sempre maggiore. Chissà come doveva essere all’epoca delle carovane. Quanto fascino racchiudeva questo luogo: chiudendo gli occhi si possono immaginare colori, stoffe, spezie, profumi e volti di tante persone diverse provenienti da tanti posti diversi!
Piccola Petra – punti di interesse
All’entrata, accanto ad alcune bancarelle gestite dalla popolazione locale, si trova un piccolo santuario di Duthu Ashara, il principale Dio dei Nabatei. Esso viene rappresentato senza occhi e senza naso, in compagnia delle due mogli raffigurate più basse del marito e senza testa. Al sito vi si accede attraversando un piccolo siq, ovvero una gola naturale scavata nella roccia, larga circa due metri. Qui vi aspetteranno una piazza dove si possono ammirare numerose opere architettoniche. Gradinate e resti di affreschi sui soffitti, templi, stanze e la canalizzazione delle acque. Al centro del sito troverete il secondo luogo di interesse: un altare del I secolo a.C. usato per sacrificare animali agli dei e per versare il sangue davanti alle statue delle divinità.
Nella roccia compaiono le abitazioni: buchi grandi e piccoli, che sembrano occhi e bocche delle facciate di pietra. Pietra che sembra quasi liscia, morbida, con i suoi colori tenui leggermente sfumati che cambiano con la penombra immersa nel silenzio. Poi compaiono pezzi di scalinate che chissà dove portavano, chissà in quanti ci sono saliti. I soffitti adesso sono anneriti, non più bianchi come dice il nome, perché fino a pochi anni fa i beduini locali abitavano ancora questi luoghi e nelle grotte, la sera, accendevano fuochi.
Se vi siete gia’ innamorati di questa terra, vi renderete presto conto che è solo l’inizio. Il bianco del sale, il blue cristallino delle acque del Mar Morto, il rosa delle rocce ed i colori del cielo. Sono queste le sfumature di colore che vi restano impresse negli occhi!
In partnership con Visit Jordan
Foto scattate con Canon M6. Lenti EF-M 22mm f/2 STM, EF- M 18-55 mm f/3.5 -5.6 IS STM