“La Sicilia è bellissima, non trovi?” Era una delle frasi che mi trovavo a sentire durante molti discorsi, seguita da “ma tu sicuramente lo sai meglio di me”. Ed invece non c’ero mai stata fino ad ora. A gennaio ho deciso di regalarmi un fine settimana a Palermo.
In realtà dovrei dire regalarci, visto che l’occasione era il compleanno del mio ragazzo. I compleanni sono un’ottima scusa per una fuga di alcuni giorni, soprattutto quando hai tutto e non ti serve niente. E così abbiamo deciso di puntare all’Italia, in una città e regione dove entrambi non eravamo mai stati: Palermo!
Palermo – capitale dell’arte arabo-normanna
A dire la verità Palermo è una città che meriterebbe molto più di due giorni per esplorala in tutta la sua bellezza e per assaggiare tutte le delizie che la cucina locale offre. Ma dopo le vacanze natalizie e soprattutto i pranzi e le cene, aver camminato per 40 km (no, non ho sbagliato a scrivere) è stato anche salutare oltre che piacevole.
Il centro storico della città di Palermo è tra i più grandi di Europa, si estende per quasi 2,5 km quadrati. Quello che si percepisce di questa città è che è sicuramente la capitale dell’arte arabo-normanna, il simbolo della convivenza armoniosa di stili e culture diverse che qui si ritrovarono fianco a fianco tra XI e XIII secolo.
Palermo – la Palermo ottocentesca del liberty
Il mio primo impatto con la città è stato il teatro Politeama. Un armonioso e imponente edificio che si trova in piazza Ruggero Settimo, una delle piazze più belle e vivaci della città, che la domenica si riempie di vita e di bambini con le bici che giocano al tiepido sole invernale. Imponente teatro che si ispira al Colosseo di Roma, è il punto di ritrovo per eccellenza ed anche il luogo da dove partire per una passeggiata nel centro.
A pochi passi dal teatro Politeama c’è il Teatro Massimo. I due teatri sono molto diversi tra loro. Pensate che il teatro Massimo è l’edificio lirico più grande di Italia e terzo in Europa dopo l’Opera di Parigi e quella di Vienna.
Lo stile del teatro Politeama è pompeiano, in contrasto con lo stile più elegante e maestoso del Teatro Massimo. Questo rispecchiava anche la diversa destinazione d’uso dei due edifici. Il teatro Massimo era destinato ad un pubblico aristocratico che amava l’opera lirica, mentre il teatro Politeama era per un pubblico più popolare amante dell’operetta, di concerti di musica contemporanea e leggera, spettacoli comici.
Io purtroppo non ho avuto tempo, ma se restate qualche giorno in più vi consiglio di fare la visita guidata interna per ammirare le bellissime sale e la platea. Per me sarà sicuramente un motivo per tornare.
Palermo – Piazza Pretoria
Mentre camminavamo per le strade di Palermo alla scoperta della città, uno scorcio si apre su questa piazza e l’omonima fontana di cui mi sono follemente innamorata. Sapevate che dopo essere stata costruita nella mia Firenze, la fontana fu spostata mattone dopo mattone? Quanto mi piacciono questi collegamenti di cuore e di terra che mi collegano in Italia e nel mondo.
La fontana di Piazza Pretoria è soprannominata anche la Fontana della Vergogna. Un po’ per le nudità delle statue che la compongono, soprattutto perché venne individuata per molto tempo come il simbolo della corruzione e del malcostume di alcuni rappresentanti della vita civile e politica del XVIII e XIX secolo. È da molti considerata la fontana più bella d’Italia. Come dargli torto?
Palermo – La chiesa di santa Caterina
Palermo sembra un po’ la città di Dio. Chiese, oratori, monasteri. Si trovano anche perle sconosciute ai palermitani stessi. Una di queste è il Monastero di Santa Caterina che si trova in piazza Bellini. Il convento, insieme alla celebre chiesa, costituisce uno dei complessi monumentali più importanti della città.
La chiesa di santa Caterina è stata la primissima chiesa in cui sono entrata a Palermo ed è stata la prima che mi ha fatto rimanere a bocca spalancata, in grado di dire solo “che bellezza”.
Il suo interno è composto da una navata unica, ampia, non molto lunga, con un transetto sul quale si inserisce la cupola. Lungo la navata si aprono tre cappelle per lato. Il suo stile rococò con una ricchissima decorazione marmorea e affreschi settecenteschi ne fanno una delle chiese più ricche e belle di Palermo.
Palermo – i quattro canti
A due passi da Piazza Pretoria si trovano i quattro canti, uno dei simboli della città di Palermo. Si trovano all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo: corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. È sicuramente uno dei punti più belli della città. Questa piazza è la rappresentazione di una vera e propria rivoluzione urbanistica. Facendo attenzione alle macchine, ponetevi al centro e ammirate i quattro angoli di questo incrocio.
Vari sono i nomi che sono stati attribuiti a questa piazza. Uno è Tetro del Sole perché in ogni stagione due dei quattro cantoni sono sempre illuminati dal sole. Ma anche Ottangolo per la sua forma geometrica, Occhio della Città o Teatro della Città, in quanto era teatro delle manifestazioni cittadine più importanti.
Ogni cantone è caratterizzato da una facciata uniforme adornata da fregi e intagli. Disposte su tre ordini ci sono in totale dodici statue. Nel primo ordine ci sono le quattro stagioni, nel secondo si trovano le statue dei sovrani spagnoli Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV. Ed infine nel terzo ci sono le quattro sante vergini palermitane: Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant’Oliva e Sant’Agata.
Palermo – La Chiesa di San Giuseppe dei Teatini
In uno dei quattro angoli dei quattro canti si trova un gioiello: la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini. Una delle più belle ed importanti chiese barocche siciliane, un vero splendore capace di lasciare chiunque a bocca aperta.
Sorta per l’Ordine dei Padri Teatini nel 1645 e ultimata nel ‘700, la struttura beneficia del contributo di molti valenti artisti. La chiesa è rivestita interamente da marmi pregiati e affreschi di sobria luminosità. L’interno, a 3 navate e a croce latina, è uno spazio monumentale luminoso e rinvigorito dallo slancio elegantissimo delle colonne. Il tema dell’arco a pieno centro trascorre dinamicamente dalla navata centrale alla curvatura della volta, per culminare infine nella slanciata cupola. Noterete che la meravigliosa cupola è visibile da varie parti della città.
Nella chiesa si dice sia presente anche una grande cripta “segreta” intorno alla quale, da tempo immemorabile, si tramanda la leggenda di acque miracolose sgorganti da una falda acquifera presente nel misterioso sotterraneo.
Palermo – Oratorio del Rosario di San Domenico
Come avrete capito Palermo è uno scrigno di piccoli gioielli. Uno è l’Oratorio di S. Domenico. Si trova al civico n°16 di via Bambinai, cosiddetta per la presenza fino alla fine del secolo XIX di creatori di figure in cera e di artigiani di oggetti in avorio e madreperla. L’Oratorio venne costruito a cavallo tra XVI e XVII secolo su commissione della Compagnia della Madonna del Rosario.
Questo oratorio è uno dei più belli che si possono ammirare a Palermo per la suggestione data dall’alternarsi dei colori, di bianche figure ed ori che lo arricchiscono, per le magnifiche decorazioni in stucco, e per le splendide opere d’arte di insigni pittori siciliani e stranieri. Rappresenta la più felice fusione tra le pitture seicentesche con i Misteri del Rosario e lo stucco, trionfatore nelle decorazioni dei più importanti oratori della città.
Palermo – la cattedrale
Cosa non vedevo l’ora di visitare era la bellissima ed imponente cattedrale di Palermo. Unica nel suo genere: era infatti una antica moschea, la più grande della città. Fu poi riconvertita in cattedrale nel 1185. Dedicata a Santa Maria Vergine Assunta, è un’enclave di pace e serenità nella confusione palermitana. L’esterno si illumina di rosso al tramonto grazie alla calda pietra calcarea di cui è fatta. Soffermatevi nella zona esterna delle absidi, con le sue splendide decorazioni bicromatiche di matrice islamica.
Vi si accede attraverso un monumentale portico di ingresso. Non offendetevi, amici palermitani, se scrivo che l’interno della cattedrale lascia un po’ delusi. È vero però che è la parte che ha subito più modifiche e trasformazioni, che l’hanno lasciata una spoglia cattedrale neoclassica. Ha al suo interno la zona delle Tombe Reali che ospita, tra gli altri, i sarcofagi di Enrico II e Federico II. Non perdetevi la cripta e divertivi alla ricerca della meridiana che attraversa la navata centrale.
Assolutamente da fare, anche perché vi porterete a casa delle fotografie bellissime, è salire sulle terrazze della cattedrale. Da qui si apre una vista bellissima e senza pari sulla città fino al mare. E potrete ammirare la cattedrale stessa in tutto il suo splendore e da un punto di vista diverso.
Palermo – Palazzo dei Normanni
Il Palazzo dei Normanni di Palermo, anticamente Palazzo Reale, è la più antica dimora reale d’Europa. Un tempo ospitava i sovrani di Sicilia e fu sede imperiale con Federico II e Corrado IV. Adesso è la sede dell’assemblea regionale Siciliana ed ospita la meravigliosa cappella Palatina.
La prima costruzione è attribuita al periodo della dominazione araba, trasformato successivamente dai Normanni in un complesso polifunzionale che fosse in grado di esprimere tutta la potenza della monarchia, con edifici a forma di torre collegati tra di loro da un sistema di portici alternati a giardini. Tramite un fitto sistema di passaggi sotterranei, inoltre, il complesso era collegato alla vicina Cattedrale.
Riacquisterà il suo prestigio nella seconda metà del 16esimo secolo quando i Borboni vi si stabilirono. Vi apportano delle modifiche, in particolar modo con la realizzazione di nuove sale di rappresentanza (la Sala Rossa, la Sala Gialla e la Sala Verde) e la ristrutturazione della Sala d’Ercole, chiamata così perché sulle pareti sono raffigurate le dodici fatiche di Ercole.
Palermo – La cappella Palatina
Emblema del passato e della storia di Palermo è sicuramente la Capella Palatina. Questa piccola cappella vi rimarrà impressa negli occhi!
Attraverso la scalinata d’onore si accede alla piccola Cappella: realizzata a partire dal 1130 per volontà del re normanno Ruggero II, è uno scrigno prezioso dove convivono in perfetta armonia elementi latini, arabi e bizantini. Guy de Maupassant, noto drammaturgo francese, la definì la chiesa più bella del mondo. Ad occidente si vede una chiesa latina suddivisa da dieci colonne di granito in tre navate, e ad oriente, cioè nel presbiterio, possiamo riconoscere una piccola chiesa cristiana orientale a pianta quadrata sormontata da una cupoletta emisferica.
Soffermatevi con calma ad apprezzare a bocca aperta ogni dettaglio. Gli splendidi mosaici bizantini formati da due lastre di vetro e uno sottilissimo di oro realizzati da maestri arrivati appositamente da oriente, oppure il meraviglioso soffitto ad alveoli in legno della navata centrale, decorato in stile islamico e realizzato da artigiani arabi.
Sulla cupola della chiesa, la raffigurazione del Cristo Pantocreatore sovrasta le tre navate. Cristo ha in mano un libro in cui sono scritti i passi del vangelo di Giovanni: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”, in latino e in greco.
Palermo – la chiesa di san Domenico
Lungo via Roma si apre, a un certo punto, Piazza San Domenico con l’omonima chiesa. Considerata la più grande tra le chiese storiche monumentali della Sicilia grazie alla vasta superficie destinata a funzioni religiosi, offre silenzio, raccoglimento, oltre a meraviglie di opere di pittori e scultori famosi.
La Chiesa venne edificata nel 1640 su disegno di del domenicano Andrea Cirrincione. La facciata e le decorazioni interne risalgono al settecento. Dal 1800 la chiesa è diventata il “Pantheon degli illustri siciliani”: infatti vi si trovano numerose tombe, tra cui quella di Francesco Crispi, e la più recente tomba del giudice antimafia Giovanni Falcone.
Ho ancora così tante meraviglie di cui raccontarvi! E sopratutto vi devo ancora parlare di tutte le cose buone che ci sono da mangiare. Vi è venuta voglia di partire?
Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7 II e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS