Una domanda che mi viene posta spesso, quando si parla di Firenze, è: meglio la vista dalla Cupola del Brunelleschi o dal Campanile di Giotto?. Capisco che quando mi viene rivolta questa domanda si parla sempre di un gusto fotografico, quindi il miglior punto per fare le foto.
Indice:
GRANDE MUSEO DEL DUOMO – BIGLIETTO COMULATIVO
LA VISTA DAL CAMPANILE DI GIOTTO
SALIRE SULLA CUPOLA
LA STORIA DEL CAMPANILE
LA STORIA DELLA CUPOLA DEL DUOMO
DUOMO O CAMPANILE?
GRANDE MUSEO DEL DUOMO – biglietto comulativo
La risposta più ovvia è: perché non entrambi? Grazie al biglietto unico acquistabile sul sito del Grande Museo del Duomo si può accedere a tutti i monumenti di piazza del Duomo con soli 18€. Visiterete la Cattedrale, la Cupola del Brunelleschi, il Battistero, il Campanile e la Cripta (all’interno della Cattedrale). Prenoterete inoltre la visita alla Cupola, perché senza prenotazione non si può salire. Non siete costretti a visitare tutti questi monumenti in poche ore o nello stesso giorno, ma avrete a disposizione 72 ore dal primo ingresso, per non parlare della comodità dell’accesso diretto senza passare dalla biglietteria. Quindi perché non approfittarne?
Cosa sconsiglio è sicuramente la visita di entrambi i punti panoramici nello stesso giorno. Per esperienza – lo avrò fatto almeno tre volte in vita mia – scendere dal Campanile per poi salire sulla Cupola o viceversa è faticosissimo. Ovviamente vi starete chiedendo se sia necessario scalare entrambi. Sì, perché offrono esperienze uniche e viste così diverse da non riuscire a credere che distino appena pochi metri l’uno dall’altro.
Firenze – la vista dal Campanile di Giotto
Dopo la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, per gli amici il Duomo, il Campanile di Giotto è il monumento più riconosciuto della città. 414 gradini che vi porteranno fino alla cima su uno dei panorami senza fine più bello di Firenze.
Rispetto alla salita sulla Cupola, questa è caratterizzata da passaggi leggermente più ampi, meno claustrofobici e meno affollati. Inoltre il percorso è segmentato con diverse terrazze interne dove è possibile fermarsi e riposare. Da questi punti potrete fare bellissime foto sia al Duomo che alla piazza da prospettive diverse.
Quello che più mi piace è la vista ravvicinata sulla Cupola stessa. L’orario perfetto per salire sul Campanile è la mattina presto quando troverete meno fila, ma state attenti amici fotografi che nei mesi estivi la Cupola di mattina sarà retroilluminata, e quindi in ombra. In estate lo scatto perfetto lo avrete intorno all’orario di chiusura.
Unico difetto del Campanile di Giotto sono le reti di protezione che si trovano alla sommità. La rete è molto, molto fitta. Se scattate con una macchina professionale con un obbiettivo di un diametro medio, questo risulterà sicuramente un problema: vi troverete a litigare con la rete che entrerà in ogni vostro scatto. Se invece scattate con uno smartphone avete una scarsa mobilità, ma non vi impedirà di scattare belle foto. Purtroppo la rete è assolutamente necessaria per motivi di sicurezza visto i frequenti occhiali o telefoni che cadevano dalla sommità. Devo però ammettere che a causa di ciò il Campanile di Giotto non è più il mio punto fotografico preferito di Firenze.
View this post on Instagram
View this post on Instagram
Firenze – salire sulla Cupola
Scalare la Cupola del Duomo di Firenze è a mio giudizio un must do della città. Qualcosa che nella vita va fa fatto almeno una volta. Gli scalini da salire sono 463 e a differenza del Campanile qui le scale sono molto strette, tanto che in alcuni punti si deve giocare un po’ a incastri per lasciar passare chi va nella direzione opposta. Arrivati quasi alla sommità c’è un passaggio molto curvo dove si tocca con mano la forma della cupola. Si raggiunge la cima a 91 metri di altezza. Il panorama a 360 gradi vi farà dimenticare in pochi secondi i 463 scalini appena saliti.
Divertitevi a scattare foto sulla vista di Firenze: Santa Croce e Palazzo Vecchio sembrano così piccoli da quassù. Salutate i visitatori che sono saliti sul Campanile e non dimenticate di scattare foto con la prospettiva della cupola. Firenze ed i suoi tetti rossi da quassù sono un puzzle tagliato qua e là dalle stradine. Prendetevi il vostro tempo e ammirate ogni dettaglio della città rinascimentale. Da quassù la vista è uno spettacolo. Non c’è a mio giudizio un orario perfetto, la vista è perfetta ad ogni ora. Prenotate l’orario di visita secondo i vostri gusti e le esigenze. Portate tutta l’attrezzatura fotografica a vostra disposizione: nessuna rete limiterà la vostra creatività fotografica, sempre nel rispetto dell’incolumità delle persone e dei beni artistici della città.
Cosa rende la visita alla Cupola due volte più bella non è solo la vista della città. Ma la vista della Cupola stessa al suo interno. Il dipinto della Cupola all’interno iniziò nel 1572 quando il Granduca Cosimo I de ‘Medici commissionò a Giorgio Vasari un magnifico ciclo di affreschi raffigurante il Giudizio Universale.
In alto si libra un tempio con i ventiquattro anziani dell’Apocalisse; sotto questo, sui registri terrazzati, seguono i cori degli angeli con gli strumenti della Passione; gruppi di santi; personificazioni dei doni dello Spirito Santo, delle virtù e delle beatitudini; e infine, le regioni dell’inferno con vari peccati capitali. La composizione dell’affresco prende così in considerazione la forma architettonica della volta nelle sue otto sezioni, una di fronte all’altra. Sembra quasi di poterli toccare tanto sono vicini. Se ne può ammirare ogni dettaglio, ogni personaggio inquietante, gli scheletri (che sono i miei preferiti), i colori. È uno spettacolo nello spettacolo. Quando si ammirano gli affreschi dal basso non sembrano così grandi.
View this post on Instagram
Firenze – la storia del Campanile
Per tutti i fiorentini è solo il Campanile, ed è il Campanile della Basilica di Santa Maria del Fiore. Ha base quadrata, è alto 87,70 metri e la sua posizione rispetto alla Cattedrale è piuttosto insolita: è allineato con la facciata della chiesa.
Arnolfo di Cambio decide di dare a questa snella torre una importanza pari a quella del resto del complesso dando allo stesso tempo spazio alla maestosa Cupola che sarebbe arrivata più tardi. Ed è grazie a questa sua decisione se oggi possiamo scattare foto meravigliose.
Nel 1334 Giotto di Bondone, popolare e famoso artista, pittore e architetto, venne nominato architetto a capo della costruzione del complesso di Santa Maria del Fiore. Secondo la leggenda Giotto si dedicò con particolare devozione alla costruzione del maestoso Campanile e al momento della sua morte, nel 1337, erano stati posati solo i primi blocchi in basso che mostravo alcune debolezze della torre. Racconta la leggenda che Giotto morì di dolore per aver dato al campanile “un letto troppo piccolo per i suoi piedi”. La base della torre è infatti più stretta di quanto dovrebbe essere e ciò le regala l’effetto di un maggiore slancio verticale.
La sua costruzione terminò nel 1359 complice, oltre i problemi strutturali emersi durante la costruzione, la peste nera che afflisse Firenze. Non solo la sua struttura lo rende una delle torri più belle di Italia, ma anche le sue decorazioni. Infatti il rivestimento esterno è costituto da tre tipi di marmo: bianco di Carrara, verde del Monferrato e rosa della Maremma. Si ritiene che Giotto sia l’ideatore originale dell’aspetto che ha oggi il campanile, ma non si conosco i reali autori che hanno realizzato le formelle.
Firenze – la storia della Cupola del Duomo
Non ha bisogno di presentazioni la Cupola di Filippo Brunelleschi. Per i fiorentini la Cupola autoportante è motivo di orgoglio, sembra quasi che ne possediamo un pezzettino o che abbiamo partecipato alla sua realizzazione. Pare che Michelangelo ammirandola disse: “vado a Roma a far la tua sorella, di te più grande sì ma non più bella…”.Quando fu progettata era la più grande Cupola al mondo. La sua struttura è a doppio guscio sostenuto da robusti pilastri.
Mi ha sempre molto incuriosita la storia della Cupola e ogni volta che la sento ne rimango affascinata. Il 1296 fu l’anno dell’inizio della costruzione di questa gloriosa cattedrale e da subito venne lasciato uno spazio sufficiente per la gloriosa Cupola. Ma c’era un problema: nessuno sapeva come costruire una cupola che fosse larga 45m e che si sarebbe trovata a 55m dal suolo sulle mura già esistenti. Le soluzioni architettoniche note all’epoca non funzionavano su una struttura così vasta. Si sarebbe potuto costruire una cupola a pianta ottagonale in muratura dal peso di migliaia di tonnellate senza che questa crollasse verso l’interno mentre la muratura si inarcasse verso l’apice? Nessuno lo sapeva.
Nel 1418 l’Opera del Duomo annunciò un concorso pubblico con un premio di 200 fiorini d’oro e la fama eterna per il vincitore. Tra molte incertezze si decise di dare la carica di soprintende del progetto a Filippo Brunelleschi e dare una seconda carica di sovrintendente a Lorenzo Ghiberti. Tra i due vi era una forte rivalità, nata da una un’altra gara per la realizzazione delle porte di bronzo per il Battistero fiorentino. Il Ghiberti ne era stato il vincitore.
La costruzione della Cupola iniziò ufficialmente il 7 agosto 1420. Le soluzioni di Brunelleschi per la costruzione erano ingegnose, innovative e costose. Tanti i problemi da risolvere. All’epoca non si conosceva nessun meccanismo di sollevamento in grado di sollevare e manovrare i materiali da terra. Brunelleschi superò se stesso inventando il paranco a tre velocità: un complicato sistema di ingranaggi, pulegge, viti e alberi motore azionati da un singolo giogo di buoi che girava una barra di legno ed una gru con una serie di contrappesi e viti a mano per spostare i carichi una volta sollevati alla giusta altezza.
L’intera struttura della cupola è progettata per essere leggera e snella sia nella forma che nella sostanza. Infatti, da un tamburo ottagonale della cupola si ergono otto segmenti, le vele, disposte su due gusci separati da uno spazio. Il Brunelleschi intrecciava i percorsi regolari di mattoni a spina di pesce, poco noti prima della sua epoca, nella trama della cupola, conferendo alla struttura tutta ulteriore solidità. Il principale tra gli elementi che compongono la cupola è il suo uso della proporzione aurea, che era in voga in quel momento. Nel contemplare questo capolavoro, si nota che i suoi costruttori hanno fatto uso di equilibrio e armonia tra ciascuna delle sue parti. Ogni elemento architettonico contribuisce alla stabilità della cupola così com’è, senza strutture di supporto.
Un altro di questi elementi cruciali è la lanterna, sulla quale poggia la palla di bronzo costruita da Verrocchio nel 1472. Per posizionare la palla furono usate le macchine inventate da Brunelleschi. Il giovane Leonardo da Vinci figurava tra gli apprendisti che aiutarono in questa difficile operazione.
La Cupola è un capolavoro di bellezza e ingegneria, una costruzione pionieristica per il suo tempo, e in molti modi rimane ineguagliata. Per anni ci sono stati dibatti su quale fosse stato il trucco magico del Brunelleschi nel costruire la sua opera, ed ancora oggi nonostante gli ampi studi condotti e le numerose scoperte, resta fondamentalmente ancora un mistero.
Il 25 marzo 1436 per ordine di Papa Eugenio IV venne consacrata la Cattedrale, ormai finita, al rintocco delle campane e tra le grida dei fieri fiorentini. Solo un decennio più tardi venne posta la pietra angolare della lanterna, la struttura decorativa in marmo progettata sempre da Brunelleschi per coronare il suo capolavoro. Il genio morì il 15 aprile 1446 per una malattia improvvisa. Oggi è sepolto nella cripta della Cattedrale con una targa che commemora il suo alto ingegno.
Alla sua morte una parte della Cupola rimase incompiuta: la parte superiore del tamburo. Dopo una forte competizione, Baccio d’Angolo vinse il nuovo concorso e a lavori iniziati chiese il parere dei fiorentini. Si dice che Michelangelo Buonarroti osservando il lavoro esclamò: “sembra una gabbia per uccelli” ed il tamburo rimase incompiuto proprio come è oggi.
Firenze – Duomo o Campanile?
Se non sono riuscita a convincervi a stare un giorno in più a Firenze per visitarli entrambi, rispondo che l’esperienza di salire sulla Cupola è unica. Camminare lo stretto e curvo corridoio, la vista, gli affreschi. Non è solo perché sono fiorentina che vi dico che l’esperienza di salire sulla Cupola del maestro Brunelleschi non la potete vivere in nessun altro posto al mondo.
Mi raccomando: che voi decidiate di salire sul Duomo o sul campanile non imbrattate i monumenti con i graffiti. E se proprio volete lasciare un segno del vostro passaggio usate Autography. Tutte le firme digitali sono scaricate, catalogate e conservate nell’Archivio storico, dove sono custoditi i documenti di sette secoli di vita dell’Opera di Santa Maria del Fiore. In più, i graffiti digitali sono raccolti in dei volumi stampati, ognuno ne contiene 10 mila, consultabili anch’essi presso l’Archivio, previo appuntamento. Si può ricercare in ogni momento il proprio messaggio sull’apposita sezione del sito: http://autography.operaduomo.firenze.it/ e si può inviare il messaggio come una cartolina ai parenti!
Ora sono io a chiedervi: vi è piaciuta di più la vista dal Campanile o dalla Cupola?
In partnership con Grande Museo del Duomo
Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7RII e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS