Buenos Aires è stato il mio primo assaggio di Sud America. Prima c’era stato qualcosa che le assomigliava, la storia in Messico e la musica a Cuba, ma l’atmosfera è molto diversa da quelle che si respira in Argentina, Buenos Aires è stato il mio primo assaggio di questo grande paese.
Buenos Aires è stata una esplosione di emozioni, legate al mio stato emotivo, legate all’aver rivisto mio fratello dopo tanti anni e, non da meno, alla forza che sprigiona questa città. Quindi prima di dedicarmi a tutti i racconti, i consigli di viaggio, ho deciso raccontarvi le impressioni di questa città, vecchia un po’ rugginosa, ma con tante storie da raccontare, energetica e bellissima.
Le mattine a Buenos Aires sono come le mattine in Italia. La città profuma di caffè. Ho dovuto abituarmi a chiedere prima un “cafe cortado”, per avere un espresso, e poi un “cafe sin leche, cafe solo” perché in Argentina il caffè si serve sempre con il latte!
Non ci sono i croissants, ci sono le medialunas, che hanno più burro, sono più piccole e se non ne mangi minimo tre, sei un dilettante.
Nei caffè ci sono sempre signori e signore anziane. Le persone si siedono nei tavoli dei caffè da sole, si fermano a leggere il giornale, o un libro, per questo, forse, che Buenos Aires ci sono un sacco di librerie. Oppure si siedono con qualche amico e parlano, parlano guardandosi negli occhi. Non sono costantemente a guardare i loro telefoni, il che è rilassante.
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La prima volta che sono andata in metropolitana l’ho trovata un po’ vintage, vecchio stile. So che molte persone si lamentano perché dicono che è caotica, rumorosa. A me è sembrata rumorosa come la metropolitana di New York, non è concepita per sederti e parlare con gli altri. Costa poco, è veloce e ti porta ovunque.
La prima volta che sono arrivata a Buenos Aires, con il pullman, ho visto tanti grattacieli, e pure per questo mi ha ricordato la mia prima volta a New York. Dopodiché BA e NY non hanno niente che le accomuna. Probabilmente ho solo nostalgia della grande mela.
Ah no scusate, anche a Buenos Aires in estate, c’è questa usanza di tenere i luoghi chiusi e le metropolitane con l’aria condizionata impostata sui 15 gradi. Se anche fuori ci sono 35 gradi, non uscite mai di casa senza un maglioncino, che altrimenti rischiate di prendere il mal di gola.
La politica. La politica è ovunque. Se ne parla ovunque. Tutti vi parleranno di politica, anche se vi hanno appena conosciuto, per questo mi ha ricordato un po’ l’Italia. Però in Argentina non è quel tema “detto non detto”, qui ad alta voce si esprimono le proprie idee. Ovunque ci sono cartelloni pubblicitari, slogan, graffiti che urlano a gran voce chi è pro e chi contro il governo,. In questo mi han ricordato gli Stati Uniti, per la cronaca a Buenos Aires gli americani li chiamano “yanqui”.
Buenos Aires, e l’Argentina tutta, vi faranno capire che essere “fluent in English language” non è abbastanza. Nessuno parla inglese, per la strada, al ristorante, nei musei. Fortunatamente lo spagnolo non è così diverso dall’italiano, e tante persone parlano la nostra lingua. Personalmente ho scoperto di parlare ,e capire, la lingua spagnola meglio di quanto pensavo.
La vita del pedone non è semplice a Buenos Aires. Dovete stare molto attenti quando attraversate la strada, perché gli automobilisti sono dei pazzi. Cosa assolutamente opposta che in Urugay, sono stata un giorno a Colonia e non facevano altro che puntualizzare “qui gli automobilisti si fermano quando c’è una persona che attraversa la strada, non come in Argentina”.
Buenos Aires è un misto tra Madrid e Parigi, soprattuto Parigi. La prima volta che sono stata in capitale, girando e guardando i palazzi lungo Avenida Florida, non facevo altro che dire “sembra Parigi”. E sapete cosa? Non a caso si chiama la Parigi del Sud America, per le sue case con quel tipico colore blue-grigio.
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Yerba Mate e dulche de leche. Sono le prime cose che imparerete a conoscere di questa città e di questa nazione. Il secondo è una sorta di caramello al latte. Ogni dolce contiene il dulche de leche, tutti lo amano, c’è pure il gelato a questo gusto. Scoprirete che senza un alfajores al giorno la vostra vita non ha senso, iniziando a chiedervi perché tale prelibatezza sia venduta solo in Argentina.
Il mate meriterebbe un capitolo a parte. Un rito, ma possiamo addirittura chiamarla ossessione. Cosa è? L’erba mate è una pianta, simile al tea, le cui foglie vengono seccate e lasciate in infusione in una “tazza”, che si chiama mate, per pochi secondi in acqua calda, tra i 72 e 74 gradi per i più pignoli. Si mette un pochino di zucchero sul fondo, si riempie il bicchiere con l’erba mate, si aggiunge acqua calda e si beve. Chi serve ha il compito di riempire il mate di acqua calda, valutare quando è il momento di cambiare le foglie, e di passarlo ai commensali che condivido questo momento di pausa. Usano tutti la stessa tazza, bevano tutti dalla stessa bombilla, ovvero la cannuccia, motivo per cui le persone non condividono questo rito con sconosciuti. Infatti per un turista è molto difficile provare il mate, l’unico modo è attrezzarvi con una di queste tazze e andare al supermercato a comprare l’erba mate.
In argentina si vende l’acqua calda. In aeroporto, alla stazione, nei parchi, ovunque vedrete persone con un i loro termos, le loro tazze e la loro erba mate, bere questa bevanda. Non c’è una persona che non sia attrezzata per bersi un mate in ogni luogo, anche il più sperduto anche alla guida, sebbene ora sia vietato. Motivo per cui riempire i termos di acqua calda ha un costo, nelle stazioni lungo la strada e anche negli hotel.
Mi dispiace dirlo, ma l’Argentina non è un posto facile per chi è vegano o vegetariano. Si mangia molta verdura, ma si mangia ancora più carne. Non c’è un piatto tipico che non sia di carne, io che abitualmente mangio carne raramente durante la settimana, ammetto di aver avuta una dieta carnivora per due mesi. La carne è buona, non costa molto, ed è molto molto saporosa.
Però ho anche mangiato tantissime empanadas.
Controllate dove mettete i piedi. Sembra che tutti abbiamo un cane, ma ancora qui non è arrivata l’usava di raccogliere i ricordini dei propri cagnolini. Non sarà strano incontrare dog-sitter con 10-15 cani al guinzaglio, che camminano felici e contenti, insieme pacificamente. O per lo meno finché non passano vicino a qualche chiosco che vende prelibatezze, in quel momento capisci perché il ragazzo ha due braccia così muscolose.
Vi imbatterete spesso in ascensori antichi, di quelli con le porte di ferro che permettono di vedere i piani scorrere mentre si arriva al piano desiderato.
Ci sono un sacco di musei e street art ovunque. È come se l’intera città fosse un album da disegnare. Edifici, marciapiedi, case, monumenti hanno graffiti. Alcuni sono dei semplici testi, ma molti sono delle vere e proprie opere d’arte. Sembra quasi che Buenos Aires abbia finito carta e penna e abbia lasciato ai bambini la possibilità di scrivere sui muri della città. Ci sono anche un numero indescrivibile di negozi di calzature.
Poi ci sono quelle scoperte che ti stupiscono. Per esempio nei bagni c’è il bidet, e noi che pensavamo esistessero solo in Italia. La siesta è vitale, soprattutto nelle città del nord dell’Argentina, i locali sono chiusi da mezzogiorno alle cinque per la siesta. Prendere un taxi la sera è una esperienza bellissima, soprattutto quando passi davanti all’obelisco illuminato la sera. Buenos Aires è la capitale dello stato Argentina, ma la capitale della provincia di Buenos Aires è La Plata.
È una città dove ti avvicini ad uno sconosciuto per fare una domanda, per chiedere informazioni su un luogo, e ti ritrovi a fare una conversazione, senza che nessuno si senta a disagio o sospettoso. Soprattutto con noi italiani, tutti hanno un parente italiano, non è strano che vi troviate a mandare messaggi audio su what’s up salutando una zia di Pordenone mentre l’altro dice “hey ho incontrato un Italiano”. Come se tutti ci conoscessimo o fossimo creature rare.
Parlando di italiani una persona su due ha un parente italiano, lo dicono le statistiche. È stata così forte la migrazione italiana in Argentina nel secondo dopo guerra che esiste una parola per indicarci: tano, che deriva da napoletano. Gli argentini amano il calcio e non sono mai in orario, due cose molte italiane.
Al ristorante ordinerete vino o birra perché costano meno dell’acqua. Ai tavoli c’è sempre una ciotola con del chimichurri, pane e burro. Non ordinate una bottiglia di acqua gassata, ordinante una soda sifòn, è la stessa cosa, costa meno ed è anche più divertente da servire. I ristoranti dove si mangia a peso o quelli all you can eat sono molto popolari e la qualità è molto alta. Cercate “comida por kilo” o “diente libre”. Milanesas e pure di patate sono un pranzo molto tipico qui. La cena inizia tardi, prima delle 8 molti ristoranti sono chiusi e verso le 10 vi troverete a fare la fila per aspettare.
Se siete amanti del vintage, sopratutto delle bottiglie di seltzer, niente vi stupirà di più del quartiere di San Telmo. Altra cosa che vi farà innamorare è rendervi conto di quante aeree verdi ci sono in questa città.
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Ci sono due file per prendere lo stesso autobus. Sopratutto quelli che si spostano dalla capitale per andare nelle città limitrofe. C’è una fila per le persone che vogliono stare a sedere, disposte anche ad aspettare l’autobus dopo pur di avere questo privilegio, poi c’è la fila di quelli che preferiscono tornare a casa prima e viaggiare in piedi. Non chiedetemi come si riconoscono che non l’ho mai capito, ho sempre viaggiato in piedi.
L’impressione che resta più forte è che una volta che hai messo un piede in questa città sentirai l’urgenza di tornare ancora e poi ancora.
Siete mai stati in Argentina? Se vi incuriosisce nei prossimi articoli vi racconterò tutto della mia avventura.
Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7R III e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS e Planar T* FE 50mm F1.4 ZA