Cosa mi ha stupito di Buenos Aires è l’incredibile numero di musei presenti Oltre che la capitale politica dell’Argentina, Buenos Aires, può essere considerata la capitale della cultura. Tra le sue strade ci sono una infinità di istituzioni culturali e artistiche, molti dei quali sono ad ingresso gratuito.
La rete museale della città è considerata tra le migliori in tutto il sud America. Le sue collezioni sono molto importanti e vi stupirete per la vastità e la varietà delle sue collezioni. Ho perso il conto di quanti musei ho visitato, e ne avrei ancora così tanti da visitare.
Oggi voglio parlarvi di tutti i musei che ho visto, di quelli che più mi hanno colpito, di quelli dove vorrei tornare!
Indice
MUSEO BENITO QUINQUELA MARTÍN
Usina del Arte
Fundación Proa
MUSEO HISTÓRICO NACIONAL
Mamba-Macba
MUSEO DE ARTE HISPANOAMERICANO ISAAC FERNÁNDEZ BLANCO
MUSEO NACIONAL DE BELLAS ARTES
Malba
CENTRO CULTURALE RECOLETA
MUSEO NACIONAL DE ARTE DECORATIVO
Museo Larreta
COLECCION DE ARTE AMALIA LACROZE DE FORTABAT
museo casa rosada
KIRCHNER CULTURAL CENTRE
MUSEO HISTÓRICO NACIONAL DEL CABILDO Y LA REVOLUCIÓN DE MAYO
MUSEO BENITO QUINQUELA MARTÍN
Il museo Benito Quinquela Martín, è uno dei primi musei che ho visitato. Si trova nel quartiere de “La Boca”, ed è indispensabile visitarlo per conoscere la storia e l’anima di questo quartiere. Martin è, probabilmente, l’artista più conosciuto e amato dell’Argentina, il suo nome è strettamente legato a quella del quartiere che ne ospita il museo.
Chiamarlo museo è pure riduttivo, non si limita a preservare la memoria del pittore e farne conoscere le sue opere, la missione è quella di continuare il lavoro di Quinquela: trasmettere l’amore per questo quartiere e aiutarlo. Se Fabrizio de Andrè raccontava Genova con le sue canzoni, Martin ha raccontato la Boca con le sue opere.
Orfano nel quartiere del porto, venne adottato da una coppia di immigranti che lo amarono come se fosse loro figlio. Di giorno lavorava nel negozio di carbone dei genitori, e la sera studiava come autodidatta pittura. I suoi quadri più celebri, sono quelli che raffigurano la vita dei pescatori, con colori accesi, resi ancora più vivi dalla tecnica artistica che usava, non dipingeva con il pennello, ma applicava i colori acrilici per mezzo della spatola.
USINA DEL ARTE
La Usina del Arte è un centro culturale multidiscplinare, sempre nel quartiere della Boca. Il palazzo, di stile fiorentino, del 1916, è opera dell’architetto italiano Juan Chiogna, caratterizzato dalla struttura in mattoni e dalle piccole torri medievali. Per molti anni questo edificio venne utilizzato come centrale elettrica dalla compagnia elettrica italo-argentina, prima della sua trasformazione, l’interno contava locali contenenti generatori di elettricità.
Al suo interno adesso si trovano due sale principali, la “Salle Symphonique”, con 1.200 posti a sedere ed un palcoscenico mobile, e la “Salle de Chambre” per 400 spettatori. Ci sono, inoltre, innumerevoli sale che ospitano mostre temporanee. La maggior parte delle mostre e degli spettacoli è gratuita, vi invito, quindi, a controllare il loro sito per restare aggiornati sugli eventi in programma.
FUNDACIÓN PROA
Con un programma annuale di mostre temporanee, la Fundación Proa, è uno dei punti di riferimento essenziali per la arti di Buenos Aires. La sua programmazione è focalizzata sulla diffusione dei grandi movimenti artistici del XX e XXI secolo. È un centro artistico privato, questo vuol dire che, a differenza di molti musei nella capitale, è previsto il pagamento di un biglietto di ingresso.
Quando sono stata io, esponevano una esibizione di Anish Kapoor. Forse non vi dirà niente questo nome, ma sicuramente avrete sentito parlare del “vantablack”, il nero più nero al mondo, e sicuramente avrete letto le polemiche sull’artista che ne detiene i diritti e l’esclusiva, Kappor appunto, fu un caso molto acclamato nel mondo dell’arte.
Quello che ho apprezzato tantissimo di questo museo è stata l’audio-guida. Con l’applicazione SoundCloud, è possibile seguire un piccolo percorso con guide di 3 minuti che vi introdurranno alla mostra, all’artista e vi spiegheranno le mostre che state ammirando.
MUSEO HISTÓRICO NACIONAL
Lasciamo il quartiere della Boca per andare nel quartiere di Sant Elmo. Questo museo un tempo dimora estiva della famiglia italiana Lezama, è uno dei più antichi e importanti del paese. Il museo racconta la storia dell’Argentina, dai tempi precolombiani fino alla legge universale del voto del 1912, attraverso incisioni, litografie, sculture, bandiere, uniformi della guerra di indipendenza, ma anche mobili e strumenti musicali. Inoltre sono inclusi elementi del periodo del Centenario della Rivoluzione di maggio, foto, cartoline, articoli in argento e costumi tipici gaucho. Ed anche esposta la vera spada del generale San Martin.
Un museo molto grande e molto ricco, ma a mio giudizio un po’ pesante. Ammetto di non essere molto ferrata in storia Argentina, quindi tutto quello che si trovava in questo museo era nuovo e sconosciuto per me. Inoltre la presenza di tanti cartelli di spiegazione solo in lingua spagnola, hanno reso la mia visita lenta e un po’ faticosa.
MAMBA–MACBA
Il museo di Arte Moderna e il museo di arte contemporanea di Buenos Aires, si trovano nel quartiere di Sant Elmo. Il primo si trova in una antica fabbrica di sigarette, ha una collezione di 7000 opere d’arte prodotte dal 1920 ad oggi, sono esposti artisti sia argentini che internazionali. Le collezioni del museo includono opere d’arte di differente tipo: fotografie, disegni, incisioni e lavori delle tendenze artistiche degli ultimi decenni.
Il secondo è ubicato proprio accanto al primo, è molto più piccolo, ma all’interno l’edificio è molto suggestivo con pareti grigie e luci soffuse. Ospita mostre temporanee di artisti internazionali.
MUSEO DE ARTE HISPANOAMERICANO ISAAC FERNÁNDEZ BLANCO
Il museo di arte ispano-americana al suo interno raccoglie una eccezionale raccolta di opere d’arte di epoca coloniale, dipinti, arte statuaria gesuita, abiti, mobili e tante antichità.
Ma quello che lo rende veramente interessante è l’elegante residenza, Palacio Noel, in stile neo-coloniale, immersa in un incantevole giardino che offre rifugio dal caldo e dal trambusto della città. Attraversando il portone, sembra di fare un viaggio indietro nel tempo, e di trovarsi nella medesima epoca in cui furono utilizzati gli oggetti di oreficeria ospitati nella collezione permanente.
Museo Nacional de Bellas Artes
Il museo più classico di Buenos Aires, è sicuramente il museo di belle arti, che raccoglie uno dei patrimoni artisti più rilevanti dell’America Latina. Sembra quasi un piccolo MET, sicuramente è quel museo dove mi piacerebbe tornare ad ogni viaggio a Buenos Aires.
Ubicato nell’antica stazione di filtraggio di acqua potabile, nel quartiere di Recoleta, Casa Bombas, è lo scrigno di opere d’arte di grande bellezza che spaziano dalla corrente fiamminga del ‘400, a quella impressionista, all’arte italiana del ‘500 e del ‘600, fino a quella spagnola di Goya. Volete qualche nome? Cezanne, Morandi, Rubens, Rembrandt, Renoir, Rodin, Chagall, El Greco e Gauguin.
Accanto a artisti di calibro internazionale, sono esposti quadri di pittori argentini, come Xul Solar e Edwardo Simari. La presenza di artisti locali è la peculiarità di ogni museo di Buenos Aires: far conoscere la cultura e l’arte del proprio paese è una prerogativa essenziale dei loro musei.
MALBA
Chiedetemi quale è il museo che più mi è piaciuto a Buenos Aires. Senza alcun dubbio vi rispondo il MALBA, il museo di arte latinoamericana. È quel museo che riesce a differenziarsi, diverso da ogni altro museo che abbia visitato fino a ora, è quel museo dove tornerei sicuramente in ogni viaggio a Buenos Aires. Uno di quei musei che ti resta nel cuore, come il Louvre o il MOMA.
Situato lungo il viale Presidente Figueroa Alcorta, dove edifici di lusso siedono accanto alle ambasciate all’ombra degli alberi di jacaranda, ospita una delle più grandi collezioni di arte latinoamericana al mondo. Più di 600 opere d’arte, siano esse dipinti, fotografie, disegni, sculture o video, del XX secolo. Artisti argentini, uruguaiani, brasiliani, paraguiani, cubani e messicani, vi faranno immergere nell’avanguardia artistica latinoamericana, spesso testimonianza della storia sociale e politica del continente.
Diego Rivera, Antonio Berni, Joaquín Torres García e Frida Kahlo, Xul Solar e Wilfredo Lam, vi faranno comprendere le dinamiche di emancipazione post-colonica e le esigenze sociali attraverso le loro manifestazioni artistiche pop o cubiste, moderniste o surrealiste.
Insieme a questo ci sono mostre temporanee, un caffè molto carino dove rilassarsi e un bookshop per tutti gli appassionati di arte. Tra le sue esposizioni temporanee, ho trovano la piscina delle illusioni di Leandro Elrich. Mi ha ricordato del mio viaggio a Kanazawa, dove l’installazione ha sede permanente all’interno del museo d’Arte del 21° secolo. Che sia un segno di buon auspicio per un ritorno in Giappone? Come amo queste connessioni mondiali.
Come per la Fundación Proa, su SoundCloud trovate una audio guida che, in una ora e mezzo, vi farà perdere e innamorare delle opere esposte. È qui che ho “conosciuto” il pittore Antonio Berni e ho scoperto che mi piace, anche tanto.
CENTRO CULTURALE RECOLETA
Questo Centro culturale, situato nel quartiere di Recoleta in uno degli edifici più antichi della città, è uno degli spazi culturali più importanti di Buenos Aires. Donato ai frati francesi nel 1716, con l’avvento della Rivoluzione di Maggio furono trasferiti a causa della loro opposizione al governo, venne inseguito trasformato in una accademia di disegno.
Dopo vari interventi nel corso degli anni, ad oggi ospita 27 sale espositive, un piccolo cinema, un auditorium e un anfiteatro. Molte attività si svolgono al suo interno: mostre di arti plastiche, recital, concerti, spettacoli teatrali ed eventi vari. Uno spazio gratuito dove potersi immergere nella vibrante e forte passione per l’arte di questa città.
Museo Nacional de Arte Decorativo
Il museo di arte decorative fu istituito nel 1937, quando il governo acquistò la residenza, e con essa la collezione d’arte della famiglia Errázuriz Alvear. Josefina de Alvear, e il diplomatico cileno Matías Errázuriz Ortúzar si sposarono a Buenos Aires nel 1897, e vissero in Europa tra il 1906 e il 1916. Durante questo periodo, acquisirono una preziosa collezione di arte europea e orientale, la maggior parte della quale entrò nella collezione del Museo Nazionale delle Arti Decorative.
A costo di suonare dissacrante vi dirò: entrate anche se non siete interessati alla collezione d’arte. La meraviglia nella meraviglia è proprio questa residenza, ad opera dell’architetto francese Renè Sergent, che si ispira all’architettura neoclassica francese del XVIII. Unico esempio visitabile di questo tipo di architettura eclettica, le sue decorazioni, gli oggetti d’arte e le stanze testimoniano lo stile di vita di un gruppo influente della società dell’epoca.
Io mi sono innamorata del salone centrale, ispirato alle grandi sale della dinastia Tudor del XVI secolo in Inghilterra, con le grandi finestre dai vetri colorati, il pavimento di cedro e castagno, gli arazzi. Attraverso una scala elicoidale, si accede al piano principale, dove una galleria circonda la Sala Grande sui tre lati e comunica le stanze al primo piano.
MUSEO LARRETA
Il Museo Larreta si trova nella zona residenziale di Belgrano, nella ex residenza dell’autore Enrique Laretta. Ad oggi è l’unico museo e centro culturale spagnolo della città. Tra armi, spade, sculture e intricati mobili, nasconde un giardino, Jardín Andaluz, perfettamente potato, un tempo ritrovo per i socialisti argentini. Un museo davvero molto piccolo, ideale per chi vuole conoscere sempre di più la storia di questo paese.
COLECCION DE ARTE AMALIA LACROZE DE FORTABAT
Se ci spostiamo nel quartiere più moderno e futuristico di Buenos Aires, Puerto Madero, troviamo una delle collezioni d’arte più bella della città: collezione d’arte Amalia Lacroze de Fortabat. Una collezione d’arte assemblata dalla stessa signora Amalia, mossa dal suo interesse per l’arte e la cultura, che negli anni ha collezionato un importante numero di opere locali e straniere.
Opere di Turner, Chagall, Rodin, Dalì trovano casa nella struttura realizzata da Rafael Viñoly che la rende una delle più belle attrazioni della capitale argentina.
Qui è dove si trova una delle opere più controverse di Berni “la Difunta Correa”, quando quel pomeriggio caldo di gennaio a Buenos Aires ammiravo, un po’ confusa questa opera, non sapevo ancora che avrei attraversato proprio quei luoghi. Vi lascio un po’ sulle spine, ve ne parlerò meglio in un prossimo articolo.
MUSEO CASA ROSADA
Vicino alla Casa Rosada, il centro politico argentino, si trova l’omonimo museo. Ubicato tra la dogana Taylor del 1855 ed il forte di di Buenos Aires del 18°, due edifici storici molto importanti per la città. All’interno si trova una bella collezione di pezzi storici e artistici che vanno dal periodo ispanico, ai prendenti argentini.
Fiore all’occhiello di questo museo è il murale dell’artista David Alfaro Siqueiros, “Ejercicio Plástico”. Si tratta di un dipinto del 1933 su commissione di Natalio Botana, che diede l’incarico a Siqueiros di decorare il bar nella cantina della sua villa.
La famiglia caduta in disgrazia fu costretta a vendere la casa, da quel momento iniziarono una serie di vicissitudini correlante al di recupero dell’opera: la cantina venne letteralmente rimossa dal resto della casa, ma a causa di disguidi politici e economici, restò per decenni ferma in un container nel porto di Buenos Aires. Solo negli ultimi anni, è stato possibile riportare alla luce questa opera monumentale, che si può visitare gratuitamente all’interno del museo.
Non si possono fare foto all’interno, dovete quindi credermi sulla fiducia, una opera così non l’avevo mai vista: è come trovarsi in una bolla dove, intorno a voi, una donna nuda, l’amante del committente, vi guarda da mille angolazioni. Si tratta di una controversa opera politica, tanti sono i simboli del comunismo che si posso identificare. Fu, inoltre, un lavoro di gruppo, parteciparono Spilimbergo, Berni, Castagnino, Lazaro. Questa è una di quelle perle di Buenos Aires che non potete perdervi.
KIRCHNER CULTURAL CENTRE
Un edificio bianco, immenso, opera dell’architetto italiano Francesco Tamburini, era il palazzo del Correo Nacional, il sistema di poste nazionale. Dal 2015 è il più grande centro culturale dell’America Latina, ed uno dei più grandi al mondo.
Un edificio di otto piani, con all’interno gallerie di arte, spazi per eventi, auditorio ed una sala dedicata ad Eva Peròn. La principale attrazione del centro é la sala “Ballena Azul”, una sala concerti da 1800 posti dove ha sede la orchestra sinfonica nazionale Argentina. Il piano terreno ha mantenuto i banchi originari delle poste.
MUSEO HISTÓRICO NACIONAL DEL CABILDO Y LA REVOLUCIÓN DE MAYO
Il Cabildo è il sito dell’amministrazione spagnola in città, ogni città in Argentina ha il proprio Cabildo. Originariamente costruito in argilla e paglia, l’attuale edificio fu costruito nel XVII secolo e fu il testimone della rivoluzione argentina nel 1810, servì inoltre come importante edificio amministrativo durante il primo secolo di indipendenza.
L’edificio ospita ora il Museo Nazionale del Cabildo, ed espone manufatti e documenti originali, nonché mostre interattive sull’era coloniale spagnola, le invasioni britanniche del 1806 e 1807 e i primi giorni dell’indipendenza. Vi consiglio di visitare il museo con una visita guidata, gratuita, per scoprire la storia di questo paese.
Per esempio imparate che la scoperta dell’attuale territorio dell’Argentina, fu per merito del navigatore veneziano Sebastiano Caboto, risalendo il grande estuario dei fiumi Paranà e Uruguay. Lo chiamò “Rio de la Plata”, fiume dell’argento, ingannato dai monili di metallo prezioso degli indigeni. La presenza di argento in questa regione, rimase solo un mito, ma ne rimase il nome. Il mito fu ripreso dallo spagnolo Centenera, che avendo seguito da vicino l’esplorazione iberica, ne descrisse l’impresa nel poema epico “Argentina”, traducendo in latino nome dell’estuario.
Vi sembrano tanti questi musei? Credo di averne visitati solo la metà! Voi ne avete visitato qualcuno di questi? Quale vi affascina di più?
Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7R III e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS e Planar T* FE 50mm F1.4 ZA