Palermo, no, non stiamo parlando di Sicilia. Siamo ancora a Buenos Aires, e Palermo è uno dei quartieri della città, in particolare il più esteso di tutta la capitale. Un barrio che si estende per 900 ettari, dalle rive del Riò de la Plata, fino al cuore pulsante della città.
Il quartiere di Palermo, lo possiamo descrivere come una città nella città.
C’è Palermo chico, vejo, alto, holliwood, che a loro volta contengono la università de Palermo, un ippodromo, un bosco e persino l’Aeropaque per i voli nazionali, dal quale sono partita alla volta di Iguazú e di Mendoza, nelle mie avventure argentine.
indice:
l’origine del nome
IL QUARTIERE DI BORGES
IL PLANETARIO GALILEO GALILEI
PARQUE TRES DE FEBRERO
EL JARDÍN JAPONÉS
AVENIDA SANTA FE
JARDÍN BOTÁNICO
LO ZOO
PALERMO SOHO
LA STREET ART
I MUSEI
palermo – l’origine del nome
Se pensate che il nome “Palermo” sia un omaggio al capoluogo della Sicilia, essendovisi insediata qui una numerosa colonia di emigrati siciliani, ebbene vi sbagliate.
Il nome Palermo, era già esistente quando arrivarono gli immigrati siciliani, e risale addirittura all’epoca della seconda fondazione di Buenos Aires.
Si narra che il nome derivi dall’immigrato italiano Juan Domínguez Palermo, che arrivò a Buenos Aires nel 1585 all’età di trenta anni, nelle vesti di militare del Regno di Aragona. Sposò Isabel Gómez de Saravia, figlia di Miguel Gómez, uno dei primi fondatori della capitale argentina. Una volta rimasto vedovo, Juan Domínguez Palermo, ereditò dalla moglie il terreno, sul quale oggi si sviluppa il quartiere che porta, appunto, il suo nome.
palermo – il quartiere di Borges
Sapete che qui, agli inizi del XX secolo, visse Jorge Luis Borges? Era innamorato di questo quartiere, nel quale passò l’adolescenza giocando tra le vie polverose, con i figli degli immigrati siciliani e calabresi. All’epoca non era il migliore dei mondi possibili. Povero, sovrappopolato, violento e fascinoso allo stesso tempo, Borges stesso lo definisce “Palermo del coltello e della chitarra, era una preoccupante povertà.”
Così rimase fino agli anni ’30-‘40, quando il boom economico dell’argentina, lo rese un punto di riferimento per il commercio mondiale e attrazione per milioni di immigrati europei. Fu in quelle due decadi che, Buenos Aires, si trasformò in una moderna metropoli, al pari di New York, Parigi, Londra.
Oggi è tutto un gran fermento. Sembra che Palermo, stia vivendo il suo secondo rinascimento. Accanto alle dimore dei poeti, degli artisti e degli emigrati vive l’alta moda, il design, l’editoria, nuovi teatri.
Plaza Armenia e Plaza Serrano sono le due piazze principali di questo quartiere, dove troverete sicuramente un bar o un ristorante ideale per pranzo o cena.
Il quartiere di Palermo, è una delle zone più verdi di Buenos Aires, grazie alla presenza del Parco Tres de Febrero, conosciuto anche come “los Bosques de Palermo”.
palermo – il planetario Galileo Galilei
Una meta che vi consiglio, soprattutto se avete bambini piccoli, è il Planetario Galileo Galilei, che è situato all’interno del Parque Tres de Febrero. L’edificio è caratterizzato dalla sua enorme cupola di 20 metri di diametro, progettata negli anni ’60 dal Architetto argentino Enrique Jan. Al suo interno si trova una sala di proiezione emisferica, dove vengo proiettati tanti film, della durata di circa 20 minuti, per scoprire come nasce il mondo, o fare un viaggio nello spazio. Lo spettacolo è in lingua spagnola, ma io non ho perso l’occasione per ammirare le stelle dell’emisfero australe!
palermo – parque tres de febrero
Parlando del Parque tres de Febrero, questo parco urbano, noto anche come Bosques de Palermo, è un parco di 400 ettari, considerato il polmone verde della città di Buenos Aires. Tra sentieri, giardini, lagune è un ottimo luogo dove camminare e scappare un po’ dalla calura della città e anche dal suo traffico. Il parco fu inaugurato nel 1875, ad opera dell’ingegnere belga Jules Dorma. Nel corso degli anni, vari spazi verdi, strutture ed edifici sono stati aggiunti al suo piano originale, inclusi siti turistici emblematici della città, come il famoso Paseo del Rosedal, il Planetario Galileo Galilei e il Giardino Botanico
palermo – el Jardín Japonés
Volete fare un viaggio in Giappone? Non vi sto prendendo in giro, ma in questo quartiere si trova il Jardín Japonés, un giardino giapponese costruito nel 1967, in occasione della visita in Argentina dell’allora principe ereditario del Giappone, Akihito.
Camminare qui, tra piante, alberi e le tipiche decorazioni di un parco in Giappone, con i suoi piccoli laghi e i ponti sospesi, è come sentirsi trasportati nella terra del sol levante. Il giardino mette a disposizione anche spazi che mostrano la cultura giapponese, come una casa da tè, un ristorante e un centro culturale. Non perdete l’occasione di dare da mangiare alle carpe, all’ingresso una piccola serra, vende fiori e cibo per pesci!
palermo – avenida santa fe
Siete alla ricerca di shopping? La Avenida Santa Fe fa al caso vostro, pensate che è soprannomina la Avenida de la Moda, e qui si trovano la maggior parte dei negozi e centri commerciali. 40 isolati tra eleganti architetture, vecchi platani e giardini, intervallati da negozi di alta moda o di design argentino.
palermo – Jardín Botánico
Se il giardino giapponese vi è piaciuto e volete visitare una altra zona verde della città andate, al Jardín Botánico, ufficialmente chiamato Carlos Thays in onore del paesaggista che lo ha concepito.
Inaugurato nel 1898, si estende per 7 ettari, al suo interno si trovano 1500 specie di pianti e fiori. La peculiarità del parco sono i diversi tipi di giardini ,a seconda dell’origine delle piante e del design degli stessi, evidenziando i giardini romani e francesi. C’è il parco delle farfalle, il giardino artico e la zona tropicale.
Abbelliscono il giardino, piante da ogni continente e cinque serre, la più grande in stile Art Nouveau premiata all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, in, cui all’interno, si trovano molte piante per proteggerle dai cambiamenti climatici della città.
palermo – lo zoo
C’è anche un zoo, quando sono stata io era nel pieno dei lavori in trasformazione di un EcoPark.
Fin dall’inizio, si è cercato di dare particolare enfasi alla bellezza, motivo per cui i recinti degli animali esaltano l’architettura del luogo da cui provengono. L’idea alla base del nuovo concetto, è di contribuire alla conservazione ambientale e migliorare la qualità della vita delle specie, al fine di preservarle.
palermo – palermo soho
Impossibile non mettere piede in Palermo Soho. Il suo nome, “Soho”, è dovuto alle sue caratteristiche costruttive, allo spirito bohémien che si respira nelle sue strade e nei suoi caffè. È caratterizzato dalle sue librerie, dai suoi ristoranti molto alla moda, dai suo bar hipsters. Uno dei luoghi più carini e caratteristici, è la Paul French Gallery, un piccolo portico vi aprirà la strada in un bar francese, in un negozio di casalinghi all’ultima moda e un negozio di tè. Ecco questa galleria rispecchia l’anima e lo spirito di Soho, assolutamente hipster.
palermo – la street art
Buenos Aires è conosciuta per la sua incredibile gamma di arte di strada, che può essere vista in tutta la città. Dai murales di grandi dimensioni a stenciles e poster, la street art è ovunque. Palermo è ricca di alcune delle opere, più suggestive della città. Il quartiere è stato letteralmente preso sotto controllo dall’arte, e le opere danno vita alle sue vie. Molti proprietari di negozi del barrio, sono più che felici di consentire a un artista di strada, di dipingere l’esterno del proprio negozio, dal momento che, molto probabilmente, diventerà una sorta di punto di riferimento e di interesse.
palermo – i musei
Quando si visita il quartiere Palermo, non si deve perdere l’occasione di visitare due dei musei che ho amato di più: il MALBA ed il Museo Nazionale di Belle Arti. Per la mia prossima vacanza nella capitale Argentina, ho aggiunto ai musei da vedere, quello di Evita Peron, che si trova in questo quartiere.
Un quartiere completamente diverso da quelli che vi avevo descritto fino ad ora, ma non per questo meno affasciante e glorioso. Cosa vi incuriosisce della sua anima hipster?
Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7R III e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS e Planar T* FE 50mm F1.4 ZA