Argentina – San Juan, Ishigualastro e Talampaya

Argentina – San Juan, Ishigualastro e Talampaya

San Juan è una piccola capitale provinciale, è inoltre la seconda città per la produzione vinicola in Argentina, ma non aspettatevi una seconda Mendoza. San Juan è un ottimo punto di partenza, per visitare pittoreschi parchi nazionali, come Ishigualastro e Talampaya.

A differenza di molti luoghi storici dell’Argentina, San Juan ,è una città piuttosto moderna, a causa di un potente terremoto che, nel 1944, distrusse la città. San Juan è un luogo dove rilassarsi, esplorare i paesaggi locali e sorseggiare un bicchiere di vino.

indice:
il viaggio in bus da mendoza
COSA VEDERE IN CITTÀ
CASA NATAL DE SARMIENTO
ACEITERA CAMPO DE OLIVOS
BODEGA MERCED DEL ESTERO
LA DEFUNTA CORREA
LA STORIA DI DEOLINDA CORREA
IL SANTUARIO DELLA DEFUNTA CORREA
LA FORZA DEL SANTUARIO
I PARCHI NAZIONALI
Parco Provinciale Ischigualasto
LA VALLE DELLA LUNA
LA CANCHA DE BOCHAS
Parco Nazionale Talampaya
L’ESCURSIONE ARCO IRIS CANYON
AGENZIA MONEY TOUR
San Juan – il viaggio in bus da mendoza

Sono arrivata da Mendoza a San Juan, con un viaggio di circa due ore, con la compagnia di autobus Andesmar. I bus di questa compagnia, sono molto spaziosi e comodi, vengono trasmessi film, e c’è anche l’opportunità di prendere un caffè a bordo. Presso San Juan ho soggiornato all’Hotel Vinas del Sol, moderno, con un ristorante di buon livello e la piscina.

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San Juan – cosa vedere in città

Il cuore di San Juan, è la Plaza 25 de Mayo, una tipica piazza argentina con una fontana al centro, e tante palme tutto intorno. Sulla piazza si affaccia la cattedrale, non aspettatevi un monumento storico, è una cattedrale moderna, accanto vi è un campanile, sul quale si può salire, per ammirare la città dall’alto.

Ideale per una passeggiata nel verde, per scappare un po’ dalla calura estiva, è il Parque de Mayo, immenso e molto tranquillo. Da non perdere la Dique Ullum, una diga idroelettrica, dove è possibile pescare, andare in barca o semplicemente rilassarsi al sole. La vista sulle colline andine rosse, in contrasto con l’acqua verde-blu del lago, è uno spettacolo per gli occhi.

Ci sono anche due musei che potrete visitare, il Museo Provincial de Bellas Artes Franklin Rawson ed il Museo de la Memoria Urbana, interessanti da visitare sono l’auditorio Juan Victoria e il Teatro del Bicentenario, testimonianza della forte presenza culturale di questa cittadina. 

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San Juan – Casa Natal de Sarmiento

Di forte interesse storico e culturale, è la Casa Natal de Sarmiento. Luogo di nascita del presidente argentino del XIX secolo, Domingo Faustino Sarmiento, questa casa è un monumento storico nazionale, dedicato all’educatore delle Americhe. Testimonianza della sua vita, del suo passato e dei suoi sforzi. Si può visitare la stanza in cui è nato Sarmiento, la camera da letto, uno dei suoi banchi e un servizio da tavola, usato durante il suo mandato come presidente, dal 1868 al 1874. Nel cortile c’è un bellissimo fico centenario, completano il museo i suoi scritti, e manoscritti originali.

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San Juan –aceitera campo de olivos

Non solo arte, San Juan è famosa per il suo olio extra vergine. Gli ulivi adorano gli stessi terreni rocciosi, e i climi rigidi delle viti. Impossibile non visitare almeno una aceitera, che produce olio, per scoprire, non solo il processo produttivo, ma anche il sapore delle olive e di questo oro giallo. Io ho scoperto la bontà dell’olio di San Juan, all’aceitera campo de olivos.

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San Juan – Bodega Merced del Estero

Come vi dicevo, insieme a Mendoza, San Juan fa parte della regione vinicola argentina di Cuyo, e l’area circostante la città ospita innumerevoli bodegas. La valle asciutta di Tulum, vicino alle Ande, è favolosa per la coltivazione dell’uva, in particolare il Syrah. Ci sono 14 bodegas sulla Ruta del Vino, io ho visitato la Bodega Merced del Estero, una piccola cantina artigianale dove tutta la produzione, anche l’applicazione delle etichette sulle bottiglie di vino, è fatta a mano. Si, ovviamente la visita comprende anche la degustazione dei loro splendidi vini.

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San Juan – la defunta correa

Trovandomi in questa aerea, ho deciso di spingermi un po’ fuori San Juan, verso il parco di Ischigualasto, che dista circa 4 ore di macchina. Prima di giungere in questo parco meraviglioso, ho fatto una piccola deviazione verso il santuario della defunta correa.

La prima volta che ne ho sentito parlare, è stato a Buenos Aires, nella collezione d’arte Amalia Lacroze de Fortabat, dove mi sono imbattuta nell’opera di Berni che raffigura una donna con un bambino, e intorno a lei vari doni. Incuriosita, mi sono fatta raccontare la storia, e quando ho saputo che durante il percorso al parco, c’era la possibilità di fermarsi presso il santuario, non ci ho pensato due volte.

Il Santuario originale della Difunta Correa si trova a Vallecito. La venerazione della Difunta Correa è una tradizione popolare argentina. È un fatto curioso per molti stranieri, quando vedono molte bottiglie d’acqua sul lato delle strade. Molti restano stupiti ,quando scoprano che questa donna è esista davvero.

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COLECCION DE ARTE AMALIA LACROZE DE FORTABAT Antonio Bernie La difunta correaTorna all’indice

San Juan – la storia di Deolinda Correa

Deolinda Correa e suo marito, vivevano in una piccola città a La Rioja. Nel 1840, suo marito, Don Clemente Bustos, che era malato,  fu reclutato da Facundo Quiroga come soldato, per partecipare alla guerra civile tra Unitarios e Federales. Dovette partire con l’esercito, per combattere nelle battaglie di San Juan.

Un giorno, Deolinda Correa, preoccupata per suo marito e perché le mancava così tanto, decise di uscire in cerca delle truppe, per chiedere a Quiroga la clemenza e restituirle suo marito.

Deolinda iniziò il suo viaggio, con il suo bambino piccolo e alcuni cavalli, nel deserto di Cuyo. Sfinita, dalla fatica del calore calore del deserto e la sete, si sdraiò all’ombra di alcuni cespugli mettendosi il bambino al petto. Sfortunatamente, era già troppo tardi per il suo corpo stremato, e alla fine morì.
Giorni dopo la sua morte, alcuni conducenti di bestiame attraversano il luogo e trovano il corpo di Deolinda, ma miracolosamente il bambino era vivo.

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San Juan – il santuario della defunta correa

Si sparse la voce di questa donna miracolosa, del suo bambino sopravvissuto nutrendosi al seno della madre, tanto da diventare un culto popolare. Tantissime sono le persone che sono arrivate alla sua tomba per chiedere favori, ed ancora oggi, tanti fedeli, camminano per presentare petizioni o ringraziamenti.

Le offerte più comuni, sono le bottiglie con acqua. Ammetto che fa impressione, vedere cumuli di bottiglie di acqua lasciate nel santuario, soprattutto se si è particolarmente sensibili al tema ambientale. Molte le persone che, per ringraziare, l’acquisto di un veicolo da sogno, o che era necessario, portano la foto, o la targa, dell’auto o del camion. Sul posto, ci sono molti brevetti per auto, foto, vestiti da sposa, camion giocattolo, ma i più sorprendenti sono le case, molte sono repliche, o foto, di case costruite. Sembra una grande città di case delle bambole. Ovviamente tante sono anche le richieste di salute e le preghiere d’amore, e i doni lasciati sono tra i più disparati. Io ho una piccola preghiera su un bigliettino, che una donna ha stampato per ringraziare la Defunta Correa della grazia ricevuta, è appesa al muro di camera mia.

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San Juan – la forza del santuario

Il santuario, è come una città nel mezzo del deserto. Ai piedi della collina si trova una raffigurazione della donna, in una piccola cappella,  ma salendo pochi scalini, circondati da oggetti di ogni tipo, si trova il luogo originario dove la donna è stata trovata morta. Oggi vi è un altare, adornato di candele e persone in preghiera.

Targhe sui muri e stanze, contengono i centinaia di doni portati negli anni, rendendo questo luogo surreale. C’è una forza, una energia impercettibile, si respira speranza, amore, e disperazione allo stesso tempo, soffermarsi a leggere i ringraziamenti dei tanti, che hanno ricevuto ascolto ad una loro preghiera, fa passare un brivido lungo la schiena. Mi sono commossa, come mi capita poche volte, come mi sono commossa davanti al muro del pianto a Gerusalemme. A pensarci ho ancora la pelle d’oca, è una esperienza che non potete non fare se passate lungo questi luoghi. Ve la ricorderete per sempre.

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San Juan – i parchi nazionali

Due straordinari parchi nazionali nel nord-est dell’Argentina, sono Talampaya e Ischigualasto, assolutamente da vedere per tutti coloro che visitano l’Argentina. Mentre il primo è dominato da un’enorme gola creata da secoli di erosione, il secondo è più piatto, ma punteggiato da numerose formazioni rocciose divertenti. Entrambi appartengono alla stessa formazione geologica, ma sono amministrativamente divisi in due province, Talampaya, appartenente a La Rioja, e Ischigualasto, un’area naturale protetta nella provincia di San Juan.

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San Juan – Parco Provinciale Ischigualasto

Il Parco Provinciale Ischigualasto, è noto anche come la Valle della Luna. Istituito nel 1971, ha una superficie di 600 chilometri quadrati, Ischigualasto è più piccolo di Talampaya, e si trova ad un’altitudine di 1300 metri sul livello del mare. Il clima è secco, i venti sono intensi e le temperature estreme, soprattutto in estate quando il caldo si fa sentire.

Il silenzio è assordante. Il terreno è bianco e friabile, qua e la spuntano arbusti aridi del deserto e rocce sedimentarie di forme ultraterrene, dalle quali si affacciano guanachi curiosi. Le formazioni naturali rocciose irregolari sono innumerevoli, e sembrano trofei in un museo naturale all’aperto. Mi giro e penso “dove sono?”, se non fosse per gli altri turisti, penserei di trovarmi su un altro pianeta, di quelli dei film di fantascienza, con abitanti alieni.

Pioggia torrenziale, vento e milioni di anni di erosione, hanno trasformato questo posto ultraterreno. Si passa da una formazione rocciosa naturale, a un’altra. I più famosi sono El Gusano, dove si possono ammirare le piante pietrificate,  Valle Pintado, Cancha de Bochas, El Submarino ed El Hongo.

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Argentina – San Juan, Ishigualastro e Talampaya
Conoscete la teoria del complotto lunare? Secondo la quale le missioni del programma Apollo della NASA, non avrebbero realmente trasportato gli astronauti sulla luna. Una leggenda dice che a Stanley Kubrick, fosse stato assegnato il compito di girare le scende del presunto allunaggio, e si dice che proprio in questa valle, il regista trovò la sua luna.

 

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San Juan – la valle della luna

La Valle Dipinta, con la sua varietà di forme, tonalità e diverse striature di minerali e sedimenti, è il fiore all’occhiello del parco. Il rosso dell’ossido di ferro, il verde dell’ossido di rame, il grigio delle ceneri vulcaniche e il bianco del minerale bentonitico, si uniscono, per dipingere un capolavoro di arte naturale: valli di rocce multicolori con una sensazione “ondulata”. Con le arenarie rosse, ocra e brunastre sullo sfondo, questa zona presenta un paesaggio lunare, dando al parco il suo soprannome, Valle della Luna. Alcuni dicono che “Ischigualasto” significa “luogo in cui riposa la luna” nella lingua quechua. Alcuni sostengono che significhi, “terra senza vita”. 

Conoscete la teoria del complotto lunare? Secondo la quale le missioni del programma Apollo della NASA, non avrebbero realmente trasportato gli astronauti sulla luna. Una leggenda dice che a Stanley Kubrick, fosse stato assegnato il compito di girare le scende del presunto allunaggio, e si dice che proprio in questa valle, il regista trovò la sua luna.
Chissà se Neil Armstrong è mai venuto in vacanza qui, lui ci poteva sicuramente dire se il paesaggio lunare è come questo.

Dove oggi vediamo quasi un deserto e formazioni rocciose senza segni di vita, ospitava, in passato, un enorme lago circondato da una ricca vegetazione e molti animali. Le tonnellate di fossili pietrificati, dipingono la storia di quanto fosse diverso questo posto. Infatti in questa zona sono stati trovati alcuni dei reperti fossili di dinosauro più famosi, e importanti al mondo, è qui che è stato trovato l’esemplare più grande dell’Argentina. Un piccolo museo all’ingresso risponderà a tutte le vostre curiosità sui dinosauri.

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San Juan – La cancha de bochas

A 500 m dalla terza fermata, Cancha de Bochas, si presentò un bunker sabbioso di palline allineate in modo ordinato. Queste forme sferiche grigie scuro, quasi perfette, non sono rocce erose dal vento e dell’acqua; sono il risultato dell’attrazione di particelle attorno ad un piccolo nucleo per milioni di anni. Anche gli scienziati non sono sicuri, di come abbiano avuto origine queste forme! Io posso solo dirvi, che quelle rocce tonde, somigliano ai simpatici trools del film Frozen.

In realtà la mi avventura nel parco della luna, si è conclusa con questa fermata, a causa di una pioggia torrenziale, che la notte precedente la mia vitia, aveva reso il percorso inagibile.
La visita al parco richiede circa 3-4 ore, vi consiglio quindi di soggiornare a San Agustín de Valle Fértil, presso l’
hotel Hotels in Valle Fértil, molto tranquillo che vi permetterà di riposare dopo una giornata faticosa.

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San Juan – Il Parco Nazionale Talampaya

Il Parco Nazionale Talampaya, è situato a ovest della provincia di La Rioja. Fu designato riserva provinciale nel 1975, ed è stato considerato parco nazionale solo nel 1997. A causa dei suoi importanti siti archeologici, e paleontologici, trovati nella zona, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000.

Il parco, appartiene all’eco-regione del Monte Argentino o Monte de Sierras. Copre un’area di oltre 2000 km^2, ad un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Il paesaggio di Talampaya, è il risultato dell’erosione dell’acqua e del vento. Poiché il suo clima è quello di un deserto, le temperature diurne e notturne variano considerevolmente. L’area principale del parco segue il letto asciutto del fiume Talampaya. Ad un certo punto, la valle si trasforma in un’imponente gola larga 80 metri e profonda 143 metri. Nel parco, si possono avvistare volpi, guanacos, conigli del deserto, maras e condor.

A Talampaya speravo di vedere l’imponente canyon e le formazioni di arenaria rossa, ma indovinate? Pioveva, e quindi ho potuto fare solo una prima metà dell’escursione che avevo programmato. I guardaparchi sono stati molto carini e comprensivi, per consolarmi mi hanno consigliato di versare un bicchiere di vino in terra per la “pachamama”,  la prossima volta che visiterò questi parchi.

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San Juan – l’escursione Arco Iris Canyon

Il parco permette due tipi di escursione: Talampaya Canyon e Arco Iris Canyon, la seconda è quella che ho fatto io. Entrambe le visite devono essere fatte con la guida ufficiale del parco, così come la visita del parco di Ischigualasto.

La prima parte del tour, avviene su una jeep attraversando il letto del fiume Talampaya asciutto, fino ad arrivare nel luogo designato ad una piccola escursione a piedi, attraverso le sorgenti del fiume proprio nel mezzo del canyon. Sembra che siamo dentro un arcobaleno fatto di rocce, i colori non hanno niente da invidiare alle montagne di Jujuy, ed in tutta onestà, sono stata molto felice della scelta di questo tour, che mi ha permesso di vivere questo luogo in prima persona. La guida era molto preparata, e mi ha permesso di conoscere tante curiosità sulla formazione geologica e sulla natura di questo posto.
Certo, non poter raccontare il secondo tour, mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma sicuro che troverò l’occasione per tornarci e rivivere queste esperienze.

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San Juan – agenzia Money Tour

L’agenzia alla quale mi sono affidata durante questo ultimo tour, è l’agenzia Money Tour. Essendo un periodo molto caldo, e una meta non molto conosciuta dai turisti, ho avuto un accompagnatore personale che, con tanta pazienza, mi ha permesso di praticare il mio spagnolo, e conoscere tante storie di queste terre.

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Dopo San Juan, sono rientrata a Buenos Aires, dove mi aspettavo gli ultimi giorni di scoperta della città, e giusto una gita fuori porta in Uruguay che vi racconterò in un prossimo articolo.

Senza i consigli di mio fratello e di mia cognata Viviana, non sarei mai stata in questi due parchi, un ringraziamento speciale va a Miguel, che mi ha aiutata a incastrare alla perfezione tutte le cose che volevo vedere!

Vi ho fatto venire un po’ voglia di Argentina?

 

Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7R III e obbiettivo Vario-Tessar® T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS  e Planar T* FE 50mm F1.4 ZA

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