TORRE DELL’OROLOGIO

Bologna – un fine settimana tra arte e tortellini

Bologna è una città che pensavo di conoscere bene, anzi molto bene. Città che ho visitato per lavoro, dove sono stata per tanti concerti, dove sono stata anche solo il tempo di un piatto di tortellini. Non mi ero resa conto che, in questi anni, mi ero limitata vederla dal di fuori, di non aver cercato le perle che nasconde tra i suoi portici.

In un fine settimana dedicato alle sue curiosità, alle sue bellezze e alle sue delizie, ho scoperto una città ricca di fascino e di prelibatezze. Ho scoperto che è una città perfetta, per una fuga di un fine settimana, e che fa venire voglia di tornare.

indice:
“La rossa, la dotta, la grassa”
Alla ricerca dei 7 segreti
IL LAMPIONE DEI BAMBINI
BASILICA DI SAN PETRONIO
LA CAPPELLA DEI MAGI
ARCHIGINNASIO
SANTA MARIA DELLA VITA
COMPIANTO SUL CRISTO MORTO

CHIESA DELLA SANTA
I PORTICI DI BOLOGNA
TORRE DELL’OROLOGIO
EX CIHESA DI SAN MATTIA
DOVE MANGIARE
GRAN HOTEL MAJESTIC
“La rossa, la dotta, la grassa”

Sapete che Bologna è chiamata “la rossa, la dotta, e la grassa”?
Rossa, per i colori dei mattoni con i quali sono state costruite le torri ed i palazzi, inoltre per lo schieramento politico degli abitanti.
Dotta, perché qui ha sede l’università più antica al mondo. Fondata nel 1088, e nata inizialmente come associazione autonoma di studenti organizzati in orditi detti “nationes”, dove erano riuniti in base alla nazionalità, che garantivano protezione e privilegi ai membri.
Ed infine la grassa per la cucina tipica, ricca di sapori e tradizioni, per un vero bolognese mangiare bene è una priorità assoluta. Tortellini, mortadella, ragù, lasagne, tigelle, sono solamente alcuni dei numerosi manicaretti che potete assaporare. Pellegrino Artusi, celebre gastronomo di fine 1800, recitava: “Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza, che la merita”.

i sette segreti di bologna

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Alla ricerca dei 7 segreti

Una guida perfetta, per un fine settimana a Bologna, non può che iniziare con l’invito ad andare a cercare i 7 segreti di questa città. Sette piccoli misteri, tra aneddoti, leggende e curiosità .

  1. Il Dito del Nettuno: si trova in piazza maggiore. Osservando la statua del Nettuno, realizzata dal Giambologna, sarà possibile osservare un simpatico effetto ottico: posizionandosi sulla mattonella nera antistante la fontana, si scoprirà che, da questa angolazione, il dito del Nettuno, somiglia più ad un “pipino”.
  2.  Il telefono senza fili: si trova nel Palazzo del Podestà, in Piazza Maggiore. Basta posizionarsi ai lati opposti della volta, in diagonale, rivolgere il viso verso le colonne e parlare, chi è posto al lato opposto riuscirà ad ascoltare perfettamente le parole che si sono pronunciate. Si racconta che il telefono, venne ideato dai parroci, per permettere loro di confessare le persone affette da lebbra.
  3. Canabis Protectio: sotto i portici in via Indipendenza, all’incrocio con via Rizzoli. Sollevando lo sguardo, si nota la scritta “Canabis Protectio”, e delle foglie di canapa. Un richiamo al fervente commercio della canapa, che ha portato ricchezze, e quindi protezione, alla città.
  4. Il vaso rotto sulla torre degli asinelli. Una leggenda narra, che sulla famosa torre, si trovi un vaso rotto, simbolo delle capacità della città di Bologna di risolvere i problemi. C’è anche una altra curiosità che ruota intorno a questa torre, infatti gli studenti universitari non vi salgono, perché si dice che si sale non si laurea. Come succede anche a Pisa e a Siena.
  5.  Le tre frecce di Corte Isolani: si trovano in Strada Maggiore, 26. Concentrate lo sguardo verso il soffitto di legno, posto proprio all’ingresso di Corte Isolani, noterete tre frecce conficcate. Leggenda raconta che tre briganti, nel tentativo di uccidere un uomo, vennero distratti dalla visione di una fanciulla senza veli, affacciatasi alla finestra. La distrazione li portò a scoccare le frecce nella direzione sbagliata, che si conficcarono proprio nel soffitto.
  6. “Panum Resis” in via Zamboni 33, presso Palazzo Poggi. In una delle aule dell’antica università, su una cattedra è incisa la scritta “Panum Resis”, a indicare che la conoscenza è alla base di tutte le decisioni.
  7. La piccola Venezia, in via Piella, dopo il civico 16. Aprendo la finestrella di via Piella verrete catapultati nella Bologna medievale, potrete osservare uno dei tanti canali che attraversavano la città, e che furono chiusi nell’ultima decade del XIII secolo.

Li avete trovati tutti?

 

 

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Il lampione dei bambini

Bologna non smette mai di stupire, e nasconde curiosità in ogni angolo. Una si trova proprio all’angolo tra Piazza Nettuno e Via Rizzoli, presso l’antico lampione di Palazzo Re Enzo. Per alcuni anni è stato un lampione molto romantico, un messaggero di vita. Infatti ogni volta che a Bologna veniva dato alla luce un bambino, il lampione si illuminava. 

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BASILICA DI SAN PETRONIO

In piazza Maggiore, si erge la Basilica di San Petronio. Dedicata al patrono cittadino, è la più grande ed impotente chiesa bolognese. I lavori iniziarono nel 1390, e si racconta che nel 1514 venne proposto, da Arduino degli Arriguzzi, un modello a croce latina, che avrebbe superato in grandezza la chiesa di San Pietro a Roma. Pio IV, bloccò la realizzazione di questo progetto megalomane, sollecitando i lavori per la costruzione dell’Archiginnasio.

Anche la facciata rimase incompiuta, rivestita parzialmente in marmo da Giacomo Ranuzzi a partire dal 1538. L’interno è imponente, costruito in epoche diverse, diviso in tre navate su cui si aprono ventidue cappelle.
Celebre, è la Cappella musicale di San Petronio, la più antica istituzione musicale di Bologna, il cui simbolo prestigioso è un organo, il più vecchio al mondo ancora in uso.
In questa basilica, si trova inoltre sepolta la sorella di Napoleone Bonaparte, Elisa.
Osservate il pavimento per notare la meridiana dell’astronomo Cassini, che con i suoi 67,27 metri, è la più lunga al mondo.

BASILICA DI SAN PETRONIO

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La cappella dei Magi

Da non perdere la Capella dei Re Magi, le cui pareti sono affrescate da Giovanni da Modena, intorno al 1410. Sulla parete di fondo sono rappresentati gli episodi della vita di San Petronio, mentre sulle pareti destra e di sinistra raffigurò, rispettivamente, le storie dei Re Magi e il Giudizio Universale.

Perché è celebre questa cappella? Perchè qui vi è la raffigurazione del profeta Maometto all’inferno. Proprio nella sezione bassa del Giudizio Universale, è stato rappresentato l’inferno di ispirazione dantesca, con una grande figura di Lucifero e il profeta Maometto avvolto dalle fiamme. Dante Alighieri ,aveva inserito il profeta nel ventottesimo canto dell’Inferno, insieme ai “seminatori di discordie”. Il profeta è facilmente riconoscibile, sotto la sua raffigurazione, c’è scritto “Machomet”.

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Archiginnasio 

Il palazzo dell’Archiginnasio, è il simbolo della più antica università ancora attiva al mondo. Inaugurato nel 1563, per ospitare le scuole dei Legisti e degli Artistici, e costruito per volere del cardinale Carlo Borromeo, rispecchiava le idee dello Stato Politico e delle nuove tendenze del Concilio di Trento.

L’interno dell’edificio toglie il fiato, per le fitte decorazioni sulle pareti e sulle scale, come gli stemmi, se ne contano circa 6000, delle associazioni studentesche e dei professori. Servivano a rafforzare l’autorità, e il potere, dell’università, enfatizzando la storia, ed il prestigio, della tradizione accademica.

Tra il 1943 ed il 1945, l’ala orientale venne bombardata e completamente distrutta. Purtroppo questa era la zona di maggiore interesse storico-artistico, dove si trovavano la cappella di Santa Maria dei Bulgari, con affreschi di Bartolomeo Cesi, e il teatro anatomico. Questo ultimo venne ricostruito in modo rigoroso all’originale, riusando, per quanto possibile, le parti superstiti trovate sotto le macerie.

Il teatro anatomico fu ricostruito nel 1595. Veniva chiamato teatro per via della sua forma tipica di anfiteatro. Al centro, è situato il tavolo per le lezioni di anatomia, con tutto attorno i posti a sedere, e la cattedra del Lettore, sovrastata da due statue dette “spellati”. Le lezioni si svolgevano in inverno, per motivi igienici, ed i corpi studiati erano di persone giustiziate, o di bassa condizione sociale, morte nei vicini ospedali.

L’altra sala visitabile, è la sala dello Stata Mater, che era l’aula dei Legisti. Il nome si deve alla prima esecuzione dello Stata Mater di Gioachino Rossini, tenutasi il 18 marzo 1842. Questa è tra le sale più rappresentative dell’antica università, un fasto di composizioni che si sovrappongo tra loro.
Si trova anche una biblioteca, risalente al 1801, che raccoglie sopratutto opere legate alle discipline umanistiche

ARCHIGINNASIO ARCHIGINNASIO

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SANTA MARIA DELLA VITA

A pochi passi da Piazza Maggiore, si erge il Santuario di Santa Maria della Vita, famoso per ospitare il Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca.

La costruzione del complesso, è per opera della Confraternita dei Battuti o dei Flagellanti, fondata a Perugia nel 1260. Il nome richiama l’abitudine dei suoi adepti di ospitare i peccati, percuotendosi con il flagello.
Nel giro di pochi pochi anni, la confraternita si espanse anche in altre città, tra cui Bologna. Qui il fondatore Manierò Fasani eresse il primo santuario, a fianco di uno dei primi ospedali pubblici della città. Nel corso del tempo, l’edificio è stato oggetto di alcuni rifacimenti, che hanno mutato il suo aspetto originale, ad oggi è considerato uno più begli esempi del barocco bolognese.

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Compianto sul Cristo Morto

All’interno della chiesa, è conservato un vero e proprio capolavoro: il Compianto sul Cristo Morto ad opera di Niccolò dell’Arca. Lo stesso D’Annunzio descrisse questa opera come un “urlo di pietra”, e non si rimane certamente indifferenti davanti alla sua prorompente forza espressiva. 

L’insieme scultoreo è composto da 7 figure in terracotta, a grandezza reale, disposte in semicerchio attorno al Cristo, incornato da spine, che giace col capo riverso su un cuscino. La reazione dei personaggi, giunti al cospetto del Cristo, viene resa dell’artista in maniera fortemente drammatica, sia nei movimenti che nei lineamenti del volto. Sicuramente le figure di Maria Celofa e Maria Magdala, sono le più stupefacenti, i volti sono dilaniati dal dolore, mentre spalancano le bocche in segno di sgomento. Maddalena è raffigurata nell’atto di correre verso la salma, con le vesti che le aderiscono al corpo. Concludono la scena Giuseppe d’Arimatea in ginocchio accanto al Cristo, Maria e la Madonna, con le mani giunte, e l’apostolo Giovanni. 

Ancora oggi, si rimane sbalorditi da una tale rappresentazione del dolore umano, ma in passato le statue avevano spaventato così tanti osservatori, da guadagnarsi il soprannome di streghe, e venne anche coniata l’espressione “è una Maria della Vita”, per descrivere una donna addolorata e trascurata.

compianto sul cristo morto

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Chiesa della Santa

Forse non tutti sanno che, a Bologna si trova una mummia. In uno dei santuari più cari alla devozione popolare, il Corpus Domini, conosciuto come Chiesa della Santa. Qui è conservato il corpo di Santa Caterina de’ Vigri, fondatrice del primo convento di suore Clarisse a Bologna.
La chiesa venne costruita tra il 1477 ed il 1480, ma di quel periodo conserva oggi, solo la facciata rinascimentale. L’edificio venne infatti completamente restaurato nel 1687, e gravemente rovinato dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Chiesa della Santa

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I portici di Bologna

Il simbolo per eccellenza della città, sono i suoi portici, che lo scorso anno sono entrati a far parte della lista dei patrimoni UNESCO, proprio le la loro storia davvero singolare. Nessuna città al mondo, può vantare gli oltre 53 chilometri di portici.
A partire dal 1041, gli abitanti della città, ampliarono i confini delle proprie abitazioni con dei balconi chiamati “sporti”, per sopperire alla carenza di spazi, e fornire un riparo dal brutto tempo. Questa soluzione fu così funzionale, che nel 1288, il comune invitò tutti i cittadini a fornire ogni abitazione di un porticato in muratura. Ancora oggi. è possibile vedere esempi dei vecchi portici in legno, come quello della Casa Isolani, o il porticato delle Case Reggiani-Seracchioli.

Goethe, nella celebre opera “Viaggio in Italia”, descrisse Bologna come :”protetta dal sole e dal maltempo, grazie ai portici fiancheggianti quasi tutte le vie”.
Una altra curiosità è che i portici sono proprietà privata, ma il comune di Bologna ne dirtene il diritto di passaggio pubblico.

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TORRE DELL’OROLOGIO

Bologna, è una città che merita sicuramente di essere visitata dall’alto. Tanti sono i punti panoramici, sicuramente il più famoso è la torre degli Asinelli. Io ho però scelto la Torre dell’Orologio, che costituisce il nucleo iniziale di Palazzo d’Accursio, sede storia del municipio di Bologna, che si affaccia su Piazza Maggiore. Acquistata dal comune nel 1287 ,da Accursio, noto docente di Diritto allo Studio bolognese, nel 1336 divenne la sede del governo cittadino.

La torre, è l’unico elemento a essere conservato integralmente, e per far si che venissi aggiunto un orologio, venne alzata di altri 10 metri,  raggiunse così l’altezza complessiva di 46,20 metri.
Il comune, commissionò la realizzazione di un gruppo di automi di legno, alti circa un metro, quattro statue raffiguranti un angelo ed i tre Re Magi, che avrebbero dovuto attraversare, su un corridoio esterno, il quadrante dell’orologio, entrando uscendo da una piccola porta di legno.

Questa installazione, si mantenne in vita per ben tre secoli, fin quando si decise di cambiare il meccanismo dell’orgoglio, ed eliminare le statue. Gli automi andarono perduti, e furono ritrovati solo in parte, oggi sono conservati presso le Collezioni Comunali d’Arte. All’interno della torre, è ancora custodito l’ingranaggio dell’orologio.

Le terrazze della torre, offrono il privilegio di ammirare Piazza Maggiore da una prospettiva senza precedenti, ammirando la vita che scorre, i bambini che giocano, e i ragazzi che si innamorano. La visita di Bologna dall’alto è uno spettacolo teatrale.

Quelle che una volta erano le stanze adibite a residenze dei Cardinali Legati, furono nel 1936 rese le Collezioni Comunali, con l’obbiettivo di restituire alla città gli importanti ambienti di Palazzo d’Accursio. Stupiscono queste sale, dalle pareti e dai soffitti finemente affrescati, che fanno da cornice al patrimonio custodito, derivante in parte da donazioni giunte al Comune.

TORRE DELL’OROLOGIO

TORRE DELL’OROLOGIO

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Ex Cihesa di San Mattia

Per tutti gli amanti dell’arte moderna e contemporanea, l’indirizzo da non perdere è l’ex Chiesa di San Mattia. Nel 1799, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, voluta dal governo napoleonico, la chiesa venne isolata dal convento e sconsacrata, per essere ridotta a magazzino. Venne poi restaurata e, grazie al Mistero per i Beni e le Attività Culturali, sono stati rimessi alla luce stucchi ed affreschi. Adesso è diventa sede di esposizioni, grazie all’ente promotore Magma Gallery, che ogni mese propone, gratuitamente,  in una location che toglie il fiato, i giovani talenti dell’arte moderna e contemporanea di tutto il mondo.

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Dove Mangiare

Fino ad ora abbiamo esplorato Bologna la dotta, ma è giunto il momento di scoprire le sue bontà culinarie.

  • Una ottima idea per la pausa pranzo, si trova al “mercato delle erbe” ed è Sfarinà  che propone ricette golose della tradizione. La piadina è il pane identitaria dei romagnol,i che qui è accompagnata da ingredienti ricchi di sapore, e di prima qualità
  • La Trattoria Leonida, è caratterizzata da una atmosfera accogliente , personale molto gentile ed una gestione familiare, qui si trovano le vecchie ricette della tradizione. Io ho provato le tagliatelle al ragù tradizionale, e le lasagne verdi della tradizione.
  • Da Giampi e Ciccio è una osteria tipica bolognese, dove ci si immerge nella tradizione di questa città. Le pareti sono adornate con richiami alla squadra di calcio, utensili della tradizione e giornali incorniciati, una atmosfera calda e accogliente. Lambrusco, tortellini, friggione, gramigna, i padroni della cucina sono i piatti della tradizione ,che hanno il sapore di una volta.
  • Aperitivo in Via delle Pescherie Vecchie, in questa stretta stradina, si respira la vera anima di Bologna, tra i tavolini all’aperto, si viene inebriati dai profumi dei taglieri che compaiono su ogni tavolo. Il fracasso delle chiacchiere, le tigelle calde ed i bicchieri di lambrusco ,rendono questa via particolarmente animata durante l’ora dell’aperitivo. Io sono stata alla Salumeria Simoni, anche qui, si trova la tradizione decennale del territorio, con prodotti di prima categoria. Cosa provare? Sicuramente la mortadella!
  • Un posto più dico che raro, è sicuramente l’Osteria del Sole. Si hanno notizie di questa mescita vini, dietro a Piazza Maggiore, che risalgono al 1465, Colombo doveva ancora scoprire l’America. La sua formula è molto particolare, ai tavoli dell’osteria chiunque può sedersi e portare da mangiare da casa ,o dalle trattorie della zone. In loco si ordina solo il vino, ed è molto divertente un cartello, che invita gli astemi a non entrare. 

dove mangiare

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GRAN HOTEL MAJESTIC

Se volete rendere ancora più unico il vostro soggiorno Bologna, concedetevi la coccola di dormire presso Il Gran Hotel Majestic, già Baglioni. Un prestigioso hotel 5 stelle lusso, situato nel cuore della città, che trova dimora in uno storico, e prestigioso, palazzo del XVIII secolo.
Simbolo dell’accoglienza Made in Italy, dove tutti sogniamo di alloggiare. Testimone della storia del nostro paese, con i suoi drappeggi, le ceramiche, i marchi d’epoca, e gli affreschi. Qui è dove hanno soggiornato personaggi che hanno fatto la storia. Come Strauss, Frank Sinatra, Wody Allen e persino la principessa Diana. Entrando nella suite, riccamente decorata ,non si può che sentirsi delle principesse. Il confort è assicurato, ed è fondamentale dopo una giornata a macinare chilometri, lungo le vie di questa incredibile città.

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Non dimenticate di passare da Paolo Atti, per comprare un po’ di tortellini da portare a casa, il giusto souvenir di questa città.
Sono ancora tante altre le meraviglie, che devo conoscere, di questa città, e le prelibatezze da assaggiare. Bologna, è una città facilmente raggiungibile anche con il treno, quindi non ho scuse per non tornare. Ci siete mai stati? La conoscete bene?

 

In collaborazione con Gran Hotel Majestic

Tutte le foto sono state realizzate con fotocamera Sony α7R III

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